11 dicembre 2011

Bioplastiche, considerazioni ed alcuni esempi




Il termine "bioplastica", nella mente di molti, è associato a concetti diversi tra loro quali:
a) biodegradabilità della materia plastica,
b) origine biologica dei materiali,
c) biocompatibilità, cioè la proprietà di una sostanza di essere ben tollerata da un organismo vivente.

Proprio per questo motivo è opportuno, a nostro avviso, riferirsi a materie prime biodegradabili o meglio compostabili quando ci si riferisce al mondo delle posate o stoviglie bio.
La compostabilità di un materiale è infatti un concetto più stringente della biodegradabilità come abbiamo già avuto modo di osservare in precedenza.

I materiali polimerici ottenuti da fonti rinnovabili vegetali sono quelli che per la loro origine possono rientrare nella categoria delle materie prime biodegradabili e compostabili. Sono il frutto di un processo che a grandi linee è il seguente: partendo da materie prime diverse (mais, patate..) si ottiene per fermentazione il monomero che viene polimerizzato e legato ad altri materiali polimerici in modo da ottenere una materia prima con caratteristiche meccaniche/termiche ottimali e facilmente lavorabile.

I principali materiali che fanno parte di questa famiglia sono i seguenti.

Acido polilattico (PLA)
E' un poliestere ottenuto partendo dal  mais avente caratteristiche simili al PET. La capacità produttiva installata in Europa è di 60000 t/anno.

Amidi modificati
Questo gruppo è molto ampio (diverse materie prime utilizzate), dato che l'amido è di per sé termoindurenete e fragile deve essere modificato chimicamente e miscelato con altri materiali polimerici di origine naturale (PLA, cellulosiche) o sintetica (copoliesteri o polivinilalcol). La capacità produttiva in Europa è di 200000 t/anno.

Poliidrossialcanoati (PHA)
Vengono ottenuti tramite fermentazione batterica di zuccheri o melasse e hanno caratteristiche simili a quelle del polipropilene. La capacità produttiva in Europa è di 1000 t/anno. Abbiamo trattato il caso di un'azienda italiana che ha sviluppato una tecnica per la produzione di una materia di questo tipo (Minerv).

Derivati dalla cellulosa
Vengono ottenute partendo dalla polpa di legno. La capacità produttiva in Europa è di 20000 t/anno.

L'importanza delle materie plastiche di origine vegetale è legata all'indipendenza da materie prime di origine fossile (petrolio) oltre al fatto di non portare ad un incremento delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera.
Per quanto riguarda poi il problema legato allo smaltimento dei rifiuti e scarti rimandiamo ai discorsi fatti sul riciclo.
Una polemica legata allo sviluppo di questi materiali è quella relativa all'emergenza alimentare che dobbiamo e dovremo affrontare sempre più in futuro. Un campo di ricerca fondamentale sarà, per questo motivo, quello di trovare il modo di utilizzare specie vegetali adatte a climi aridi o paludosi.




Fonte: "Bioplastiche: un po' di chiarezza" di G. Modini pubblicato su Plast della Reed Businnes Information.

3 dicembre 2011

Recupero e riciclo delle materie plastiche, considerazioni e andamento in Italia e nel resto del mondo


Abbiamo già avuto modo di analizzare alcuni aspetti legati al recupero e al riciclo delle materie plastiche sottolineando come, a nostro avviso, sarebbe opportuno allargare anche alle stoviglie e posate monouso in plastica la raccolta differenziata.

Recentemente una rivista del settore (Plast della Reed Businnes Information) ha pubblicato un interessante articolo in cui si analizza l'andamento del recupero e riciclo in Italia e nel resto del mondo.
I dati forniti tra gli altri da COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) mettono in luce il trend positivo che ha portato dal 1995 al 2010 ad una riduzione della plastica destinata alla discarica.

Diamo prima di tutto qualche numero per far comprendere meglio le dimensioni del mercato delle materie plastiche.
In Europa Occidentale, solo nel 2010, si sono trasformate 49 milioni di tonnellate di materie prime che hanno generato 25 milioni di tonnellate di rifiuti post-consumo, si tratta cioè di prodotti che hanno esaurito la loro vita utile nel corso dell'anno.
Questi rifiuti possono essere recuperati oppure destinati alla discarica.
Con il termine recupero si intende sia il riciclo vero e proprio (dai rifiuti si ottengono materie prime riutilizzabili) che il recupero energetico (i rifiuti plastici vengono utilizzati per ottenere energia attraverso il processo di termovalorizzazione).
A livello europeo l'Italia è tra le nazioni più virtuose avendo un tasso complessivo di recupero del 45%  distribuito in maniera quasi equivalente tra riciclo e recupero energetico. I paesi che hanno un tasso complessivo più elevato hanno generalmente un tasso di recupero energetico molto alto in quanto dotati di numerosi impianti di termovalorizzazione destinati principalmente al teleriscaldamento. Nel nostro paese tali impianti non sono purtroppo molto utilizzati.
In Europa complessivamente si è assistito dal 1995 al 2010 ad un incremento della percentuale di plastica riciclata (da 8% a 21,6%)  ma anche di plastica recuperata mediante termovalorizzazione (da 15,3% a 30,4%).

Il settore degli imballaggi è senza dubbio il più importante per quanto riguarda il riciclo essendo non a caso quello interessato dalla raccolta differenziata.
Le tendenze degli ultimi anni sono quelle di ridurre il peso degli imballaggi, di utilizzare anche una percentuale di materie prime provenienti da processi di riciclo controllati e di utilizzare materiali biodegradabili.
L'Italia con l'Inghilterra e la Germania è all'avanguardia per quanto riguarda gli impianti per lo smistamento in automatico e ciò consente di incrementare notevolmente la percentuale di materiale recuperato.
Il recupero delle materie plastche ha un impatto economico elevato sia per il valore delle materie prime ottenute che per il numero di addetti occupati. Per quanto riguarda il discorso ambientale è inutile sottolineare i vantaggi che ne derivano e legati ad una riduzione del materiale destinato alla discarica e delle emissioni in ambiente di anidride carbonica.

In Italia le regioni del nord sono quelle in cui si recupera di più complessivamente (60% circa delle tonnellate raccolte in Italia) e in termini di kg raccolti pro-capite.
Questo dato spiega anche come nelle regioni settentrionali siano presenti 18 impianti di selezione (il 50% circa dei siti italiani).
La situazione attuale deve rappresentare uno stimolo per le regioni del sud: devono essere i cittadini stessi a pretendere di essere messi in condizione di effettuare una raccolta differenziata diffusa.
Vogliamo qui ricordare come alcuni comuni del sud rappresentino degli esempi di virtuosità a livello nazionale, speriamo che vengano al più presto imitati dalle altre amministarzioni locali.

A livello internazionale si sottolinea che in alcuni paesi il recupero delle materie plastiche non è ancora molto diffuso anche per interessi economici (per esempio in Russia) oppure lasciato, spesso, all'iniziativa dei singoli e senza controlli (situazione della Cina....) in modo da rappresentare un pericolo per l'ambiente e per la salute.

In conclusione ribadiamo la necessità, almeno secondo noi, di non limitare ai soli imballaggi la raccolta differenziata porta a porta e, naturalmente auspichiamo la diffusione di prodotti (posate e stoviglie prima di tutto) realizzati con nuovi materiali biodegradabili e compostabili.

28 novembre 2011

"Spazzatour 2" con Emilio Casalini di Report il percorso dei rifiuti pericolosi

Abbiamo avuto modo di sottolineare un interessante servizio del giornalista di Report sugli scarti e sui rifiuti pericolosi che partono dal nostro paese illegamente verso la Cina.
Gli stessi in alcuni casi tornano in Italia, dopo essere stati riciclati in maniera quanto meno "discutibile", nella forma di prodotti a basso costo con tutti i rischi e le conseguenze associate che abbiamo già descritto.

Segnaliamo ora la seconda parte del servizio che descrive come siano facilmente aggirate le procedure di monitoraggio e di controllo dei rifiuti pericolosi recentemente introdotte (SISTRI).
Il giornalista si concentra in questo caso sul percorso dei rifiuti speciali dall'Italia alla Cina.

Ancora una volta consigliamo la visione della seconda parte dell'inchiesta di Casalini

22 novembre 2011

Nuove etichette "europee" per gli alimenti, ecco le novità




Da oggi entra in vigore,con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, il nuovo regolamento per le etichette dei prodotti alimentari.
Si è giunti a tale risultato dopo una lunga mediazione tra Commissione Europea, Consiglio e Parlamento Europeo e sotto la spinta delle ultime emergenze alimentari.

Le nuove etichette dovranno riportare le informazioni nutrizionali fondamentali (contenuto energetico e percentuale di grassi), l'eventuale presenza di allergeni (anche nei cibi non imballati e presenti nei ristoranti o mense) e la scadenza dell'alimento.
Sarà inoltre vietato dare indicazioni fuorvianti (imitazione di cibi realizzati con ingredienti diversi) e il tutto dovrà essere scritto con caratteri aventi una dimensione consona (facilmente leggibile).

Per tutte le carni fresche sarà obbligatorio indicare la nazione e l'allevamento di provenienza (fino ad ora solo per quelle bovine) mentre, come sottolinea la Coldiretti, per altre categorie di alimenti (salumi, latticini...) bisognerà purtroppo aspettare ancora qualche anno.

Pensiamo che questo intervento sia molto importante per la tutela della salute pubblica e speriamo che venga accompagnato a controlli seri sui prodotti (non solo alimentari) che vengono distribuiti quotidianamente nel nostro paese.
Riteniamo che tali misure siano positive per i consumatori ma anche per i produttori onesti.

21 novembre 2011

"Spazzatour", a Report il riciclo dei rifiuti e i prodotti made in Cina

Il programma di Raitre di Milena Gabanelli ha trasmesso ieri un bel servizio sul problema del riciclo dei rifiuti.
Nel reportage di Emilio Casalini si analizza il fenomeno per cui rifiuti che in Italia dovrebbero essere smaltiti come rifiuti speciali vengono inviati in Cina dove sono riciclati insieme agli altri "normali".
Questo in sintesi quanto documentato dal giornalista, numerose sono le conseguenze di tale comportamento, le riassumiamo qui brevemente:

danno economico: come abbiamo già detto parlando delle posate in plastica monouso i cittadini in realtà pagano al momento dell'acquisto un contributo per il  corretto smaltimento dei prodotti;
le aziende italiane, ma non solo, attrezzate per il corretto riciclaggio subiscono una concorrenza sleale da quelle che abbattono i costi perchè fuori norma.

danno ambientale: come si può vedere nel servizio vaste zone del paese asiatico hanno un livello di inquinamento elevatissimo che porta a problemi di salute, anche gravi, per gli abitanti.

importazione di prodotti "tossici": le materie prime provenienti da questo riciclaggio incontrollato vengono, a volte, utilizzate per la produzione di oggetti che sono venduti a prezzi stracciati e che possono essere nocivi alla nostra salute (giocattoli, stoviglie...). Tali prodotti mettono in crisi le nostre aziende che devono competere con altre che abbattono i costi non rispettando le regole.

Il discorso non può essere naturalmente generalizzato, esistono moltissime aziende anche in Cina che lavorano in modo corretto e che subiscono un danno d'immagine, il problema è che bisognerebbe intensificare i controlli!!
I consumatori poi, anche in un periodo di forte crisi come questo, non dovrebbero scegliere soltanto in base al prezzo ma anche alla qualità, compito delle istituzioni è quello di fornirci gli strumenti necessari ad una scelta ponderata e di far rispettare in maniera più rigorosa le regole esistenti.
Ricordiamo che nel settore delle stoviglie esiste una serie di documenti e certificati che possiamo richiedere al momento dell'acquisto e che ci consentono di stare tranquilli circa la bontà dei prodotti stessi.

Pubblichiamo il link del servizio che consigliamo in quanto molto esaustivo e ricco di immagini eloquenti.

Spazzatour di Emilio Casalini


  

15 novembre 2011

La crisi economica in Italia e il mondo bio






La crisi che da alcuni anni sta colpendo l'economia mondiale si sta concentrando ultimamente sull'Europa e sul nostro paese.
Le persone comuni, in realtà, ben prima che i mercati certificassero la situazione avevano avuto modo di provare sulla propria pelle gli effetti della globalizzazione assistendo, inermi, alla delocalizzazione di molte grosse aziende.
Il mercato globale da una parte ci "obbliga" a competere a livello mondiale con aziende che hanno costi inferiori e meno regole, dall'altro non ci permette di introdurre aiuti o barriere per salvare i nostri posti di lavoro.
In Italia, fortunatamente, esistono ancora imprenditori che hanno voglia di investire e che lo fanno anche e soprattutto nella ricerca; nell'ambito dei materiali biodegradabili/compostabili ad esempio si moltiplicano i brevetti di resine che hanno i più diversi impieghi.
Speriamo che il governo capisca l'importanza dell'innovazione per il nostro paese e li aiuti incentivando gli investimenti che portino occupazione nel nostro paese.
Visto poi che gli organismi internazionali non consentono l'introduzione di barriere verso i prodotti esteri dobbiamo essere noi cittadini in prima persona a renderci conto che non è possibile pretendere di avere il lavoro se continuiamo ad acquistare merce che non è realizzata in Italia!!
I prodotti made in Italy rappresentano oltretutto una garanzia di qualità media più elevata rispetto a quelli provenienti dall'estero in quanto, generalmente, devono soddisfare norme più restrittive.
Analogo discorso vale per gli imprenditori che delocalizzano le proprie aziende rincorrendo prezzi di produzione più bassi: come si può pensare che gli italiani continuino ad acquistare se non hanno più reddito?
Il settore delle posate e delle stoviglie biodegradabili, come molti altri ad elevato contenuto "innovativo" (ad esempio quello delle energie rinnovabili...) sono settori in cui le aziende italiane dovrebbero essere aiutate, nel limite del possibile, in quanto sono strategici per uno sviluppo sostenibile del paese e potrebbero consentire di ottenere un vantaggio competitivo rispetto a nazioni in cui c'è una forza lavoro meno formata.
L'Italia, in conclusione, ha bisogno di ripartire il più velocemente possibile per uscire da questa crisi e per farlo ha bisogno di interventi e aiuti mirati in settori strategici. Speriamo che tutto ciò avvenga in tempi ragionevolmente brevi e che.... non sia già troppo tardi.

12 novembre 2011

tendenze e varie

12 marzo 2011 - Boom delle posate biodegradabili

22 marzo 2011 - Posate biodegradabili: produttore in zona Varese, Novara

16 aprile 2011 - Con la primavera "sbocciano" le stoviglie biodegradabili

15 novembre 2011 - La crisi economica in Italia e il mondo bio

21 novembre 2011 - "Spazzatour", a Report il riciclo dei rifiuti e i prodotti made in Cina 

22 novembre 2011 - Nuove etichette "europee" per gli alimenti, ecco le novità

28 novembre 2011 - "Spazzatour 2" con Emilio Casalini di Report il percorso dei rifiuti pericolosi

1 gennaio 2012 - Shopper biodegradabili: dopo un anno un primo bilancio e... il decreto che manca!

5 gennaio 2012 - Ecopneus, il consorzio per lo smaltimento dei pneumatici usati

14 gennaio 2012 - Il compostaggio a "Un posto al sole" aiuta nella lotta all'emergenza rifiuti

18 gennaio 2012 - "Immondizia zero" il 22 gennaio puntata di Presa diretta dedicata al problema dei rifiuti

12 febbraio 2012 - 17 febbraio 2012, M'illumino di meno: la giornata del risparmio energetico

4 marzo 2012 - A Porto Torres il Polo di chimica verde italiana

4 aprile 2012 - Ma la Coca Cola è davvero cancerogena?

9 giugno 2012 - Gli italiani e le bottiglie d'acqua

2 luglio 2012 - Le olimpiadi di Londra e le stoviglie bio

19 agosto 2012 - Posate biodegradabili e nuove abitudini in periodo di crisi

26 agosto 2012 - Ma il diesel è veramente cancerogeno?

3 settembre 2012 - Anche in Piemonte sempre più diffuse le stoviglie bio

7 settembre 2012 - Roma: raccolta differenziata e nuove discariche

20 gennaio 2012 - 2013 e Tares: anno nuovo, tassa nuova e vecchi problemi?

2 marzo 2013 - Le gelaterie GROM scelgono le bioplastiche

3 agosto 2013 - Ma dove finiscono i nostri elettrodomestici guasti?

14 agosto 2013 - Le bottiglie da Oscar

5 gennaio 2015 - Perché aumenta il contributo CONAI per la plastica?

19 gennaio 2015 - Il prezzo del petrolio, l'andamento del cambio euro/dollaro e il prezzo delle stoviglie biodegradabili

5 febbraio 2016 - Inquinamento marino e materiali biodegradabili

20 aprile 2016 - ZaBio: una nuova linea di posate biodegradabili made in Italy

13 maggio 2016 - Le stoviglie biodegradabili per feste e sagre

1 giugno 2016 - Stoviglie usa e getta in plastica o biodegradabili?

non solo posate

7 maggio 2011 - Non solo posate biodegradabili: Chicza la gomma da masticare biodegradabile

25 giugno 2011 - Pannolini riutilizzabili: un ritorno....al futuro!!!

10 luglio 2011 - Prodotti alla spina e acqua a km zero: risparmio e salvaguardia ambientale

24 marzo 2012 - Cialde e capsule caffè, breve analisi sul loro "costo ambientale"

25 marzo 2012 - Shopper biodegradabili, in arrivo la conferma del disegno di legge

10 giugno 2012 - Dopo posate e stoviglie bio arrivano le borracce ecologiche

20 settembre 2012 - La crisi economica, la Fiat, Marchionne e il futuro dell'automobile

8 ottobre 2012 - Shopper biodegradabili, ma si degradano veramente?

9 aprile 2013 - Bottiglie in tasca per i jeans Levi's

11 maggio 2014 - Per gli shopper la normativa italiana diventa europea

materiali

29 maggio 2011 - Mondo bio: nuovi materiali crescono

1 ottobre 2011 - M49: una nuova bioplastica per occhiali

11 dicembre 2011 - Bioplastiche, considerazioni ed alcuni esempi

4 febbraio 2012 - Bioplastiche per auto, nuovi brevetti

9 marzo 2013 - Un nuovo materiale naturale per imballaggi: Progetto WheyLayer

2 settembre 2013 - Basf e materiali biodegradabili e compostabili

25 gennaio 2014 - Presto un PLA Made in Italy?

7 luglio 2014 - Nel futuro delle nostre macchine ci saranno i pomodori?

26 luglio 2014 - Estabio: un nuovo polimero compostabile

eventi

25 marzo 2011 - Le posate biodegradabili a "Fa la cosa giusta" 25-27 marzo 2011 Milano

2 giugno 2011 - A Torino la 1° edizione di FierAmbiente

20 luglio 2011 - Bacheca eventi: Feste e sagre che rispettano l'ambiente

7 agosto 2011 - Ecofeste in provincia di Varese

5 settembre 2011 - Biopolpack: congresso sugli imballaggi in polimeri biodegradabili

19 settembre 2011 - Puliamo il mondo 2011

8 ottobre 2011 - Il decalogo della raccolta differenziata

12 febbraio 2012 - Ipack Ima fiera dell'imballaggio a Milano

15 settembre 2012 - Ecomondo, la fiera della green economy

31 gennaio 2016 - La conferenza sul clima di Parigi, una spinta all'utilizzo delle posate biodegradabili?

approfondimenti e tecnologie

13 marzo 2011 - Sagre e feste campestri, utilizzo e vantaggi delle stoviglie biodegradabili

17 marzo 2011 - Si fa presto a dire biodegradabile, Mater-Bi e i suoi "fratelli"

24 marzo 2011 - Posate biodegradabili: il prezzo è giusto?

2 aprile 2011 - Posate biodegradabili: come vanno smaltite?

9 aprile 2011 - Forchetta biodegradabile imbustata

1 maggio 2011 - Come si producono le posate biodegradabili

14 maggio 2011 - Posate biodegradabili, stiamo attenti a quello che compriamo!!

9 giugno 2011 - Posate biodegradabili o posate biodegradabili compostabili?

2 luglio 2011 - Posate monouso in plastica, perchè non si possono riciclare?

17 luglio 2011 - Posate biodegradabili ed emergenza rifiuti

2 settembre 2011 - Mense scolastiche e posate biodegradabili

17 settembre 2011 - Posate e stoviglie biodegradabili: non solo bioplastiche

5 ottobre 2011 - Posate biodegradabili: quali documenti chiedere al momento dell'acquisto

15 ottobre 2011 - Posate e stoviglie bio: prezzi e rivenditori

5 novembre 2011 - Il processo di compostaggio e le posate biodegradabili

3 dicembre 2011 - Recupero e riciclo delle materie plastiche, considerazioni e andamento in Italia e nel resto del mondo

11 gennaio 2012 - Posate bio e il design italiano

19 febbraio 2012 - Per le feste di Verona solo stoviglie biodegradabili o in polipropilene

14 aprile 2012 - Risparmio energetico nella produzione delle posate biodegradabili

28 aprile 2012 - Il riciclo delle stoviglie in plastica, finalmente un passo avanti!

14 ottobre 2012 - Posate monouso in plastica riciclabile

1 novembre 2012 - Posate monouso in polipropilene

13 gennaio 2013 - Un nuovo carburante pulito per il trasporto pubblico

1 aprile 2013 - Stoviglie monouso in plastica, impatto ambientale e capacità di riciclo

18 maggio 2013 - Produttori di stoviglie monouso in Italia

22 giugno 2013 - Mercato dei polimeri biodegradabili, la crescita continua

22 marzo 2014 - Iglo: un progetto per la trasformazione dei rifiuti organici domestici

8 giugno 2014 - Riciclare fa bene!

1 marzo 2016 - Stampo per la produzione di posate biodegradabili: come è fatto, caratteristiche e prezzo

5 novembre 2011

Il processo di compostaggio e le posate biodegradabili

Le posate biodegradabili, realizzate con materiale biodegradabile e compostabile, possono essere smaltite insieme alla frazione umida dei rifiuti urbani in modo da ottenere il compost.
Il processo di compostaggio è l'insieme delle operazioni che consentono di trasformare gli scarti da problema ambientale a risorsa.
La quantità di spazzatura prodotta globalmente è in continua crescita sia per l'aumento della popolazione che per gli stili di vita orientati sempre più verso quelli delle società consumistiche.
A breve le "emergenze rifiuti" non saranno più casi isolati. L'unica soluzione è quella di affrontare il problema in maniera serio e con una programmazione di medio/lungo termine, che non si preoccupi cioè soltanto di tamponare un'emergenza ma di risolverla.
L'obiettivo dovrebbe essere quello di limitare il più possibile le quantità di immondizia indifferenziata smaltita in discarica o tramite inceneritori. Queste sono soluzioni che possono andare bene in momenti di emergenza ma non nel lungo periodo.
La raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale è senza dubbio il primo intervento da predisporre, a monte poi si dovrebbero mettere in campo tutti gli accorgimenti necessari a ridurre i rifiuti  (per esempio limitazione e possibilità di riciclaggio degli imballaggi).

Venendo al processo di compostaggio vogliamo qui dare solo alcune informazioni e nozioni di base senza voler entrare troppo nel dettaglio.
Le sostanze che possono essere sottoposte al compostaggio sono numerose, ne citiamo solo alcune: scarti legnosi, rifiuti di natura organica, sfalci, scarti provenienti da industrie alimentari e cartarie, letame, lettiere e scarti provenienti da aziende agricole.
Il compostaggio è un processo di tipo aerobico durante il quale microorganismi presenti nell'ambiente attaccano la frazione organica della miscela trattata liberando sostanze come vapore acqueo, anidride carbonica e sali minerali. Dopo alcuni mesi si ottiene il compost, prodotto ricco di humus che viene ampiamente utilizzato in agricoltura.
La trasformazione descritta si osserva normalmente in natura per esempio nelle lettiere dei boschi o nel letame; negli impianti industriali di compostaggio si tengono sotto controllo le varie fasi in modo da velocizzare le trasformazioni e da ottenere un prodotto più omogeneo e ricco di sostanze nutritive per i terreni.

Le fasi principali del processo sono:

- Preparazione della miscela
In questa fase si decide quali materiali trattare e in che quantità. Particolare importanza assumono aspetti quali: rapporto tra carbonio e azoto, umidità, presenza di materiali facilmente degradabili e di materiali ricchi di lignina e cellulosa. Può essere necessario sottoporre la carica ad un processo di trituramento per facilitare le reazioni.

- Biossidazioni
Nella prima parte della procedura la frazione organica più facilmente assimilabile subisce un attacco microbico che ha, tra gli altri, l'effetto di portare ad un innalzamento della temperatura. A 55°-60°C si verifica una sorta di igenizzazione in quanto si riduce il numero di microbi presenti e vengono eliminati alcuni germi patogeni (salmonella).
Durante questa fase la miscela viene trattata con rivoltamenti e insufflazioni forzata di aria.

- Maturazione
L'ultima fase è quella più lunga (può richiedere alcuni mesi) e comporta la formazione di sostanze umiche che caratterizzano la qualità del compost. La massa si raffredda lentamente fino a temperatura ambiente e assume un aspetto più scuro e gli odori prodotti si riducono parecchio.

Al termine del processo il compost può essere sottoposto ad una vagliatura per togliere eventuali impurità e per portarlo alla pezzatura voluta.
Il prodotto ottenuto può essere usato come fertilizzante in diversi settori (agricoltura, vivaistica, gestione del verde pubblico...) ed essendo ricco di azoto, fosforo e potassio rappresenta una valida alternativa ai fertilizzanti chimici.

Da quanto detto appare chiaro come gli impianti di compostaggio rappresentino un'occasione di investimento economico oltre che ambientale.
La frazione organica dei rifiuti può essere trasformata da "problema" a risorsa consentendo oltretutto la riduzione dell'utilizzo di prodotti chimici in agricoltura.
Il compost poi avendo tutte le proprietà precedentemente descritte ha un prezzo di mercato che consente agli imprenditori/amministratori che decidono di investire in impianti di compostaggio di avere anche un ritorno economico.

Le posate biodegradabili che possono essere smaltite con la frazione organica non vanno a confluire nella massa di rifiuti che vanno in discarica o all'inceneritore e possono perciò rappresentare anche una risorsa. I vantaggi sono più evidenti se si considerano le quantità di stoviglie monouso utilizzate giornalmente nella ristorazione collettiva. Ci sembra giusto ricordare come le stoviglie biodegradabili possano essere trattate al momento solo con impianti di compostaggio industriali e non singolarmente dai cittadini.

Per quanto riguarda le stoviglie monouso in plastica rimandiamo ad un altro nostro post in cui si analizzavano le ragioni per cui non possono rientrare nel circuito virtuoso della raccolta differenziata. 

15 ottobre 2011

Posate e stoviglie bio: prezzi e rivenditori

Alcuni lettori hanno denunciato come in diverse zone d'Italia non sia ancora possibile, purtroppo, reperire facilmente stoviglie biodegradabili.
La grande distribuzione non sempre è sensibile ai temi ambientali e molte volte i prodotti bio si trovano solo in negozi dedicati a prodotti naturali e biologici. La mancanza di un'offerta su vasta scala è chiaramente uno dei principali motivi per cui i prezzi restano alti.
La conseguenza è che le persone che vorrebbero acquistare prodotti biodegradabili per feste private o piccole sagre a volte si arrendono davanti a tali difficoltà continuando ad utilizzare le stoviglie in plastica.

Chi sta leggendo questo post ha dimistichezza con internet e sa che in rete esistono numerosi siti che vendono on-line posate, bicchieri e piatti bio; i prezzi e le condizioni di vendita possono però essere anche molto diversi così l'utente può rimanere spiazzato davanti ad una tale disuniformità.
Nonostante ciò, essi rappresentano sicuramente uno dei pochi mezzi che hanno i singoli cittadini per acquistare stoviglie bio ad un prezzo "accessibile".
Il discorso chiaramente non vale per le mense e per i grandi distributori che riescono a reperire gli articoli, in grossa quantità, direttamente dai produttori.

Vogliamo qui fare alcune considerazioni dando dei pratici consigli.

  • Verificare che i prodotti siano realmente bio - Abbiamo già sottolineato che c'è bio e bio, ricordarsi che è possibile richiedere (almeno al momento dell'ordine) i documenti che attestino l'effettiva biodegradabilità e compostabilità delle materie prime utilizzate.
  • Chiedere più preventivi - Esistendo in rete diversi rivenditori è sempre meglio avere più offerte. Spesso i cataloghi riportano le caratteristiche fisiche delle stoviglie, alcuni operatori sono poi disponibili ad inviare campioni, chiaramente a fronte di un potenziale ordine adeguato; in questo caso considerare anche la possibiltà di informarsi direttamente presso i produttori circa le quantità minime trattate. 
  • Confrontare i prezzi in maniera corretta - Visto l'elevato costo delle materie prime, il peso incide notevolmente sul prezzo finale ma può essere determinante per avere una stoviglia sufficientemente robusta.
  • Valutare i costi di spedizione - Alcuni operatori comprendono nel prezzo della merce le spese di spedizione. Da una parte risulta comodo in quanto si conosce immediatamente il costo dell'articolo, dall'altra la valutazione complessiva viene fissata sulla base di valori medi (quantità e destinazione) e in modo da assicurare in ogni caso un guadagno al rivenditore. A nostro avviso sarebbe meglio un preventivo mirato alla singola consegna. Tener presente che, soprattutto a causa dei volumi delle stoviglie, i costi legati al trasporto sono tutt'altro che marginali.
  • Tipo di pagamento - Tutti coloro che hanno fatto acquisti su internet sanno che viene richiesto di pagare in anticipo con carta di credito o bonifico bancario; è possibile ottenere, in alcuni casi, il pagamento in contrassegno. Crediamo ci sia poco da obiettare su questo tipo di politica; noi utenti possiamo verificare, per quanto ci è concesso, la serietà dell'operatore e magari almeno inizialmente frazionare gli ordini.
  • Tempi di consegna - E' bene tener presente che tra la richiesta del preventivo e la ricezione della merce possono passare anche alcune settimane: ricezione ordine, preparazione e spedizione articoli acquistati sono operazioni che richiedono tempo. Il consiglio è di muoversi in anticipo in modo da poter valutare le varie offerte e scegliere la migliore e non la più "rapida".

La conclusione è che anche se sul territorio i punti vendita attrezzati sono pochi, cercando in rete chi vuole realmente acquistare bio riesce a farlo, certo bisogna stare attenti a come ci si muove e prendersi il tempo necessario ad una scelta ponderata.
L'esperienza come sempre è la migliore scuola e quindi... non resta che cominciare!!



Stoviglie bio, come non ricevere "pacchi"

8 ottobre 2011

Il decalogo della raccolta differenziata

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con ANCI (Associazione dei comuni italiani) organizza per il mese di ottobre una manifestazione che ha l'obiettivo di sensibilizzare i cittadini ad una sempre più diffusa e corretta raccolta differenziata.
Nelle piazze dei capoluoghi di provincia e dei comuni che aderiranno all'iniziativa saranno presenti stand in cui verranno presentati, tra l'altro, alcuni oggetti realizzati con materie prime riciclate.
Attraverso il decalogo della raccolta differenziata si vuole dare un insieme di regole che permettano di avere una raccolta di qualità più elevata. Quest'ultimo aspetto è importante sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista economico dato che i contributi che vengono elargiti ai comuni dai consorzi di recupero dipendono direttamente dal livello qualitativo della raccolta differenziata.
Per maggiori informazioni e per conoscere il calendario della manifestazione rimandiamo al sito dell'evento.

Per quanto ci riguarda non possiamo che approvare manifestazioni di questo tipo, ci auguriamo poi che in futuro si possa allargare la raccolta anche ad oggetti che potrebbero essere facilmente riciclati pur non essendo imballaggi (stoviglie in plastica).
Ci preme infine ricordare come le posate e le stoviglie bio possano contribuire alla risoluzione del problema della gestione dei rifiuti dato che il loro impiego consente una riduzione della quantità di rifiuto indifferenziato destinato a discariche o inceneritori (smaltimento posate biodegradabili). 


Il decalogo per una raccolta differenziata di qualità


5 ottobre 2011

Posate biodegradabili: quali documenti chiedere al momento dell'acquisto

Alcuni lettori ci hanno scritto chiedendoci quali documenti possono o devono richiedere al momento dell'acquisto di stoviglie biodegradabili.
Abbiamo già avuto modo di osservare come sul mercato siano presenti molti operatori che commerciano prodotti definiti biodegradabili, i quali in realtà non sempre lo sono.
Alcuni rivenditori acquistano i propri prodotti all'estero e spesso in paesi che non fanno parte della comunità europea. Facile capire come in questo caso potrebbero non essere rispettate le norme vigenti che riguardano i prodotti bio e, soprattutto, gli oggetti che vengono a contatto con gli alimenti.
Di frequente questa scelta è fatta per avere costi inferiori; tuttavia a volte può essere "pericolosa" per gli utenti finali. Non si vuole allarmare nessuno o generalizzare, ma non è di molto tempo fa, per esempio, il caso dei giocattoli fabbricati in Cina per una grossa multinazionale statunitense ritirati dal mercato perché decorati con vernici tossiche.
Appare quindi scontato come la prima e fondamentale certificazione da richiedere al nostro rivenditore sia quella dell'idoneità al contatto con gli alimenti.
Tale certificato dovrebbe riportare, oltre alla dichiarazione di idoneità rilasciata dal produttore (relativa ai materiali utilizzati e al processo di produzione), i dati salienti delle analisi di migrazione effettuate da laboratori autorizzati.
Senza entrare troppo nel dettaglio, tali analisi consistono nel verificare che le stoviglie in oggetto, immerse in diversi simulanti (liquidi che simulano l'azione per esempio di olio, aceto...) a determinate temperature e per un tempo predefinito, non rilascino sostanze pericolose per l'uomo.
Passando alla biodegradabilità è necessario richiedere una dichiarazione del produttore che riporti le caratteristiche delle materie prime utilizzate.
Per evitare spiacevoli sorprese deve essere specificato che la totalità delle materie prime sia biodegradabile.
Per quanto riguarda infine la compostabilità ci ricolleghiamo a quanto detto precedentemente (posate biodegradabili o posate biodegradabili compostabili), ricordiamo come a nostro avviso sia fondamentale l'utilizzo di materie prime certificate come compostabili al 100%, meglio ancora poi se la certificazione riguardi anche i manufatti.

Il nostro rivenditore di fiducia, concludendo, dovrebbe essere in grado di produrre la suddetta documentazione, una volta in possesso della quale possiamo essere tranquilli circa la bontà dei prodotti acquistati.

certificati per le posate biodegradabili

1 ottobre 2011

M49: una nuova bioplastica per occhiali

La Mazzucchelli, azienda storica del varesotto, ha recentemente brevettato una bioplastica che potrà in futuro sostituire l'acetato nella realizzazione di montature di occhiali.
La nuova materia prima, denominata M49, deriva da cotone e legno e ha tempi di biodegradabilità di 115 giorni (inferiori a quelli richiesti dagli standard europei).
Tutti i suoi componenti hanno origine naturale e sono in corso le analisi per testarne anche la compostabilità.
La differenza tra biodegradabilità e compostabilità è stata già ampiamente trattata; solo la compostabilità, secondo noi, definisce una materia prima come veramente innovativa ed ecologica. Aspettiamo fiduciosi i risultati e sottolineamo comunque come nel nostro paese ci siano ancora aziende in grado di investire sulla ricerca e creare innovazione.
Tra i campi di impiego di questo nuovo materiale non crediamo possa esserci quello delle stoviglie biodegradabili. Riteniamo che il suo utilizzo sia limitato al mercato dell'arredamento e degli accessori per la moda.
Il prezzo del M49 è superiore rispetto a quello dell'acetato, valgono perciò le considerazioni già fatte per Mater-Bi e simili riguardanti economie di scala, brevetti e costi complessivi per la comunità.  



Bioplastica per occhiali


19 settembre 2011

Puliamo il mondo 2011

Ricordiamo a tutti la bella iniziativa che anche quest'anno è stata organizzata da Legambiente. Puliamo il mondo è la più grande manifestazione di volontariato ambientale e cerca di sensibilizzare i cittadini verso i temi ambientali e la salvaguardia del nostro pianeta.
Dal 16 al 24 settembre 2011 ci saranno numerosi appuntamenti e iniziative, potete trovare il programma dettagliato sul sito dell'evento.
Diventiamo tutti volontari e adoperiamoci concretamente per rendere più pulito il nostro pianeta cercando di educare le persone ad un comportamento più civile!!

17 settembre 2011

Posate e stoviglie biodegradabili: non solo bioplastiche

Fino ad ora parlando di posate e stoviglie biodegradabili ci siamo quasi sempre riferiti a manufatti realizzati in bioplastiche (Mater-Bi, PLA...).
Ci pare giusto segnalare come sul mercato siano presenti anche oggetti realizzati con materie prime diverse che hanno comunque la caratteristica di essere biodegradabili e compostabli.

Con il legno, per esempio, si sono da sempre realizzate stoviglie (piatti, vassoi, posate o le tipiche bacchette cinesi) che sono generalmente di buona qualità e che possono essere smaltite incenerendole o attraverso la loro decomposizione (relativamente lenta).

Altri materiali sono la polpa di canna da zucchero e la foglia di palma, impiegati nella realizzazione di piatti e vaschette.

Canna da zucchero



Nel primo caso si tratta di una polpa di cellulosa realizzata con le fibre residue della lavorazione della canna da zucchero. Il vantaggio rispetto alle bioplastiche è che le stoviglie ottenute hanno una maggior resistenza alle alte temperature, che le rende più versatili.







Palma di Betel



Le stoviglie in foglia di palma sono ottenute partendo dalle foglie di palma di Betel.
Le foglie che le piante perdono durante il loro ciclo naturale vengono lavate e pressate ad alta temperatura in modo da ottenere stoviglie resistenti che sopportano per breve periodo anche temperature elevate.







Come si può vedere esistono diverse opportunità per chi desidera seguire comportamenti virtuosi: sul mercato sono presenti manufatti aventi caratteristiche che si possono adeguare alle esigenze di ognuno (per esempio alimenti più o meno caldi...).
Quando i consumatori scelgono un prodotto devono anche considerare il rapporto qualità/prezzo, che può essere sensibilmente migliorato riducendo i passaggi esistenti tra noi e i produttori.
La creazione di gruppi di acquisto e la ricerca di produttori che vendano quantità relativamente modeste possono essere strumenti importanti a tal fine.

5 settembre 2011

Biopolpack: congresso sugli imballaggi in polimeri biodegradabili

Abbiamo ricevuto una segnalazione relativa al 2° congresso sugli imballaggi in polimeri biodegradabili che si terrà a Parma il 19-20 aprile 2012 presso la Camera di Commercio.
L'evento è organizzato dall'Università di Parma e dalla Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari.
Chi volesse avere maggiori informazioni può consultare il sito:

 http://www.biopolpack.unipr.it/.

Come al solito siamo ben contenti di far conoscere eventi di questo genere.

2 settembre 2011

Mense scolastiche e posate biodegradabili

Settembre è arrivato e con esso l'inizio di un nuovo anno scolastico.
Ci sono diversi segnali che fanno pensare che questo possa essere l'anno buono per l'introduzione nelle mense scolastiche di posate e stoviglie biodegradabili.


Mensa scolastica
Il problema dei rifiuti e la loro gestione è un aspetto sempre più critico per le amministrazioni locali che si sono già attivate nell'ambito delle feste o sagre.
Si comincia a capire che i rifiuti urbani, se gestiti in maniera corretta e intelligente, possono diventare perfino una risorsa.
I paesi del nord Europa sono all'avanguardia nello smaltimento della frazione indifferenziata in impianti che non inquinano e producono energia o alimentano servizi di teleriscaldamento.
Per quanto riguarda la frazione umida invece anche in Italia esistono già diversi impianti di compostaggio.

L'introduzione di stoviglie biodegradabili nelle scuole è importante per diversi motivi. 
Prima di tutto vi è l'aspetto educativo: abituando i bambini alla raccolta differenziata e all'utilizzo di prodotti a basso impatto ambientale si contribuisce a formare correttamente i cittadini di domani.
La riduzione della frazione indifferenziata dei rifiuti è elevata considerando il numero di studenti che quotidianamente mangiano nelle mense scolastiche.
Un ulteriore effetto è un incremento del volume di mercato dei prodotti biodegradabili e di conseguenza una riduzione dei loro prezzi.


Raccolta differenziata nelle scuole

Il nostro augurio è che quello che inizierà tra poco sia veramente l'anno della svolta nel campo del biodegradabile.  



7 agosto 2011

Ecofeste in provincia di Varese

Abbiamo già avuto modo di dire come diverse amministrazioni locali abbiano, nel corso degli ultimi anni, patrocinato numerose sagre e manifestazioni attente agli aspetti legati alla salvaguardia ambientale.
Per il 3° anno consecutivo anche la provincia di Varese ha promosso un'iniziativa di questo tipo prevedendo un contributo complessivo di 25.000 euro.
Sul sito della provincia oltre al bando è presente il regolamento e  il criterio con cui è stata stilata la classifica delle organizzazioni che hanno presentato regolare domanda.
Senza entrare troppo nel dettaglio, ad ogni azione virtuosa è stato associato un punteggio e i punti ottenuti dall'evento o manifestazione sono serviti a stilare la classifica finale.





Lo scopo dell'iniziativa è quello di ridurre la quantità complessiva dei rifiuti prodotti ed incrementare la raccolta differenziata. L'utilizzo di stoviglie lavabili e riutilizzabili è premiato perciò con contributi destinati all'acquisto delle stesse e di lavastoviglie professionali.
Gli eventi che hanno raggiunto il punteggio più alto oltre a ricevere i contributi economici hanno potuto fregiarsi dell'appello di Ecofesta patrocinata dall'amministrazione provinciale.





Il nostro giudizio su iniziative di questo tipo è molto positivo e auspichiamo che si moltiplichino in futuro in tutta Italia. Se ci è consentito un piccolo appunto permetteteci di dire che non ci pare giusto dare lo stesso "valore" ecologico alle stoviglie monouso in plastica e a quelle biodegradabili/compostabili.
Ci è parso di capire infatti che non venga attribuito un punteggio ulteriore alle manifestazioni che adottino stoviglie bio in quanto ci si prefigge di ridurre la quantità di rifiuti complessivi senza fare in questo modo distinzione tra rifiuti in plastica e rifiuti "verdi".
Il risultato è che gli organizzatori, essendo stimolati ad adottare solo quegli accorgimenti premiati da un alto punteggio, impiegano, accanto a stoviglie lavabili, altre in plastica le quali, per come è impostata nel nostro paese la raccolta differenziata, verranno gettate nella frazione indifferenziata dei rifiuti.
Un ultimo appunto vorremmo farlo sulle posate in metallo che, per ragioni igieniche, sono consegnate in una bustina sigillata ai visitatori. Per una gestione attenta dei rifiuti sarebbe preferibile prevedere una bustina in carta o in materiale biodegradabile in quanto più facilmente recuperabile.
Ribadiamo comunque il nostro giudizio ampiamente positivo e ci complimentiamo con le amministrazioni che si spendono per sensibilizzare i cittadini a temi ambientali così importanti.

20 luglio 2011

Bacheca eventi: Feste e sagre che rispettano l'ambiente

Per fornire un servizio ai nostri lettori abbiamo deciso di mettere a disposizione una sorta di bacheca pubblica che rappresenti un punto di incontro tra gli organizzatori di sagre/feste ad impatto zero e i possibili visitatori.
Desideriamo in questo modo far conoscere gli eventi che hanno deciso di difendere l'ambiente adottando diverse misure quali: raccolta differenziata, posate e stoviglie biodegradabili o lavabili, prodotti tipici o a km zero, risparmio energetico....
Lasciate un commento a questo post (cliccando sulla scritta commenti poco più sotto) con una breve descrizione della festa/evento, le informazioni che riterrete opportune ed eventualmente un vostro contatto per i lettori.
Noi li pubblicheremo e forniremo in questo post un elenco aggiornato delle manifestazioni che vorrete segnalarci in modo che siano tutte facilmente visibili.


Eventi segnalati:

17 luglio 2011

Posate biodegradabili ed emergenza rifiuti

Da troppo tempo in Campania e in particolare a Napoli il ciclo dei rifiuti non è gestito correttamente. La situazione è inacettabile e gli amministratori, locali e non, devono al più presto risolvere il problema al di là delle promesse fatte a più riprese.
Prima di continuare ci preme sottolineare che anche in queste zone esistono realtà virtuose che sono anzi un modello per tutto il paese visti i risultati raggiunti con la raccolta differenziata.


Tipico esempio di discarica

Le possibili soluzioni all'emergenza spazzatura sembrano essere sostanzialmente due: inceneritori o discariche. A nostro avviso invece proprio una raccolta differenziata efficiente potrebbe essere di notevole aiuto.
Certo non è pensabile organizzare un meccanismo di questo tipo in poco tempo, ma di certo rappresenta la scelta migliore sia da un punto di vista ecologico/ambientale che da un punto di vista economico.





Inceneritore

Le posate biodegradabili, come tutti gli altri articoli e imballaggi bio, possono essere molto utili a tale scopo perchè consentono di ridurre immediatamente la quantità di rifiuti dannosi prodotti. Come visto trattando le modalità del loro smaltimento, se realizzate con materiale compostabile potrebbero anche essere usate per ottenere il compost.
In situazione di emergenza non pensiamo sarà possibile organizzarne immediatamente il trattamento in impianti di compostaggio industriale, tuttavia sostituendo i prodotti in plastica con altri biodegradabili quanto meno, nell'immediato, si ridurranno i rifiuti dannosi per l'ambiente.
A tale scopo sarebbe auspicabile introdurre questo tipo di stoviglie, a cominciare dalle mense pubbliche (scuole, ospedali, carceri...).
Ci pare di notare una sensibilità sempre crescente per tali temi, speriamo che ciò sia seguito dai fatti, così da poter risolvere al più presto, anche in questo modo, un problema che ci si trascina da troppo tempo.

Nelle altre zone del paese non si può comunque pensare di continuare ad utilizzare discariche e inceneritori per eliminare i rifiuti e interventi di questo tipo atti a ridurre la porzione di scarti indifferenziati devono e cominciano ad essere adottati sempre più spesso. 

10 luglio 2011

Prodotti alla spina e acqua a km zero: risparmio e salvaguardia ambientale

In precedenza, parlando di posate biodegradabili confezionate, abbiamo già avuto modo di sottolineare come, a prescindere dal tipo di materiale con cui gli imballaggi vengono realizzati, la prima regola da seguire è quella di ridurli al minimo o meglio ancora eliminare quelli inutili.


Dispenser detersivi
 Molti supermercati hanno cominciato, già da qualche tempo, a vendere prodotti "alla spina", prodotti cioè sfusi che vengono acquistati portando da casa i contenitori dedicati. Si va dai detersivi a vari prodotti alimentari liquidi ma non solo (latte, frutta secca, pasta....)








Dispenser prodotti alimentari
Questa iniziativa è positiva per più motivi:
-con la riduzione di imballaggi si riduce la quantità di rifiuti prodotti e quindi i problemi relativi al loro recupero/smaltimento
-i consumatori possono acquistare i prodotti ad un prezzo inferiore in quanto pagano solo il prodotto e non il suo contenitore
-il trasporto dal produttore al distributore può essere realizzato in maniera più efficiente in quanto si trasporta solo il prodotto e non l'imballo primario.



Sul mercato sono presenti inoltre macchine o anche semplici caraffe che permettono di ottenere dell'acqua naturale o gasata ottima da bere partendo dalla normale acqua fornita dagli acquetotti comunali.
Molto spesso l'acqua della rete comunale pur essendo perfettamente potabile non viene bevuta dai cittadini perchè il suo sapore è fortemente caratterizzato dal cloro che viene diluito nella rete per le sue proprietà disinfettanti.
Attraverso un sistema di filtri a carbone attivo le caraffe riescono ad eliminare questo gusto fastidioso e quindi permettono ai cittadini di bere tranquillamente l'acqua del rubinetto.

Esempio di caraffa filtrante


Esistono diversi tipi di caraffe e di macchine che hanno anche più funzioni (acqua liscia, gasata, fresca...), non è nostra intenzione entrare nel dettaglio ma sottolineamo che anche in questo caso si possono ottenere notevoli vantaggi sia per noi consumatori (risparmio, trasporto bottiglie..) che per l'ambiente (riduzione imballaggi/rifiuti, incidenza del trasporto...).




Il nostro consiglio è di valutare, ove possibile, le alternative che ci si presentano pensando non solo al nostro tornaconto ma anche alla salvaguardia ambientale.


2 luglio 2011

Posate monouso in plastica, perchè non si possono riciclare?

Le posate biodegradabili negli ultimi tempi sono migliorate molto sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista della resistenza meccanica; descrivendone il processo produttivo abbiamo d'altra parte visto come le posate monouso in plastica rappresentino in certi casi ancora la soluzione migliore (soprattutto con cibi caldi).
La domanda nasce spontanea: perchè non si riciclano le posate in plastica così come vengono riciclati gli imballaggi?
La plastica è un materiale che si può facilmente riciclare in quanto molto spesso è sufficiente, dopo averla selezionata in tipi omogenei, ridurla in granuli per reimmetterla nel ciclo produttivo.
Va precisato che di solito con il termine plastica si indicano materiali che hanno proprietà e caratteristiche molto diverse.
Gli stessi imballaggi sono realizzati con materie prime di vario genere e proprio per facilitarne il riciclo sono stati definiti dei simboli standard che devono essere riportati su ciascun manufatto.

Vari tipi di materie plastiche utilizzate nella produzione di imballaggi e simboli standard associati
La raccolta differenziata della plastica riguarda attualmente solo gli imballaggi e non sempre è estesa a tutte le materie plastiche. Le posate monouso in plastica più diffuse sono realizzate in polipropilene o in polistirolo, materiali che vengono utilizzati anche per produrre imballaggi. In linea di principio potrebbero dunque essere smaltite insieme a loro, ma ciò non accade. Cerchiamo di capire perchè.
In primo luogo, un problema legato al riciclo delle stoviglie è quello della loro "pulizia": chiaramente con l'uso le stoviglie si sporcano e questo può portare ad avere nel rifiuto plastico porzioni di alimenti. Lo stesso problema in realtà si ha anche con i contenitori o bottiglie normalmente utilizzati (per questo prima di essere smaltiti i cittadini dovrebbero sciacquarli) e potrebbe essere facilmente superato attraverso un prelavaggio durante le lavorazioni di riciclo.
Tali operazioni consistono essenzialmente nella frantumazione degli oggetti in plastica in modo da ottenere dei granuli che possono essere lavorati in maniera simile a quella delle materie prime vergini.
 
Tipico esempio di
 materie plastiche rigenerate

La nostra convinzione è che in realtà il riciclo delle stoviglie in plastica non sia fino ad ora consentito per ragioni "economiche". Nel prezzo degli imballaggi messi in commercio è previsto un contributo che i produttori devono versare al consorzio che si occupa della gestione delle operazioni di recupero e riciclo (CONAI).
Le stoviglie, non essendo chiaramente degli imballaggi, non prevedono tale contributo perciò non possono essere immesse nella filiera della raccolta differenziata.
A nostro avviso sarebbe meglio aumentarne il prezzo di una piccola percentuale e consentirne il recupero.
La gestione dei rifiuti diventerà un aspetto sempre più importante e critico, non si deve perdere tempo e cercare di riciclare il più possibile riducendo al minimo la frazione da destinare all'inceneritore o alle discariche.
Le materie plastiche recuperate inoltre rappresentano una risorsa importante in quanto, come già detto, possono essere rilavorate facilmente.
Sul mercato è già presente una serie di manufatti realizzati con plastica riciclata come: arredi da giardino, giochi per parchi all'aperto, cassonetti e cestini per l'immondizia...


Come si possono usare le materie plastiche provenienti dal riciclo

Per concludere segnaliamo che in alcuni eventi e manifestazioni di una certa dimensione si è deciso di procedere autonomamente al recupero delle stoviglie monouso plastiche. Per facilitare tale processo si è deciso di adottare un'unica materia prima per piatti, bicchieri e posate. Speriamo che in futuro l'iniziativa sia seguita anche da altri, nell'attesa di norme più vicine alla salvaguardia dell'ambiente.
Non crediamo infatti che a breve sia pensabile sostituire completamente le stoviglie in materiale plastico con quelle biodegradabili, pensiamo però sia possibile fin da ora gestire la filiera dei rifiuti in modo sempre più attento e intelligente.