forchetta ZaBio adatta a cibi caldi |
Guida completa alle Posate Biodegradabili: utilizzo, caratteristiche, confronto con quelle in plastica, dove e come acquistare, migliori prezzi e produttori.
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Quando si deve organizzare una festa o una manifestazione in cui è previsto un servizio ristorazione si devono affrontare diversi "problemi" tra questi uno dei più importanti è la scelta del fornitore ideale.
Esistono sostanzialmente due vie possibili: affidarsi ad un unico grossista che è in grado di fornirci tutto il materiale necessario all'organizzazione dell'evento oppure rivolgersi a diverse aziende specializzate.
Nel primo caso risparmieremo sicuramente tempo nel secondo probabilmente denaro..
Le dimensioni dell'evento e il numero di partecipanti previsto sono un parametro importante nel scegliere la strada da seguire, va detto però che in caso di manifestazioni ricorrenti (per esempio le sagre estive) si può effettuare una selezione approfondita il primo anno e poi aggiornarla periodicamente.
Fino all'anno scorso la spesa per posate e stoviglie in genere era marginale se confrontata con quella per l'acquisto od il noleggio di allestimenti e attrezzature (tavoli, sedie, tende, gazebo, banconi, distributori bevande, frigoriferi, congelatori, fornelli..).
A gennaio di quest'anno, con l'entrata in vigore della direttiva SUP (Single Use Plastic), sono stati messi al bando diversi prodotti monouso in plastica tra i quali piatti e posate.
A questo punto anche chi organizza eventi all'aperto deve per forza scegliere tra le due alternative possibili: dotarsi di lavastoviglie e di un'abbondante dotazione di stoviglie in metallo/ceramica lavabili oppure ricorrere a stoviglie prodotte in materiale compostabile proveniente per almeno il 40% da fonti rinnovabili.
Nel primo caso, a parte l'investimento iniziale esiste il problema delle utenze ed in particolare degli scarichi da smaltire in modo corretto e sicuro. Nel secondo invece siamo di fronte ad un prezzo d'acquisto inferiore rispetto alle stoviglie lavabili ma più alto di quello dei vecchi prodotti in plastica.
Quando i numeri dell'evento cominciano ad essere importanti affidarsi al fornitore giusto può comportare anche risparmi importanti.
In base alla nostra esperienza su posate e stoviglie biodegradabili possiamo fornire alcuni dati e consigli:
- le stoviglie in materiale compostabile, considerando anche gli aumenti delle materie prime e dell'energia degli ultimi mesi, costano circa 2 o 3 volte quelle in plastica
- chiedere sempre le certificazioni relative ai prodotti che acquistate (contatto con alimenti, tipologia materiale utilizzato, produttore/distributore..)
- ogni passaggio dal produttore a voi implica (giustamente) un ricarico sul prezzo, se dovete acquistare un lotto ragionevolmente grande (migliaia di pezzi) provate a rivolgervi direttamente ad un produttore per verificare la disponibilità ad una vendita diretta
- scegliere il tipo di stoviglia non solo in base al prezzo ma anche in base alle caratteristiche fisiche necessarie. Spesso vengono proposti piatti che costano poco ma sono talmente sottili che non si riescono ad utilizzare, discorso analogo per posate leggere. L'importante è essere consapevoli di quello che si compra e del tipo di alimento che si servirà: una bistecca o una polenta servita ad alta temperatura non possono essere mangiate con posate da 3 grammi o con piatti troppo leggeri.
Abbiamo ricevuto dai nostri lettori delle osservazioni riguardanti la resistenza delle posate biodegrabili.
Degli utenti si sono lamentati dicendo che le "vecchie" posate di plastica erano più resistenti e funzionali rispetto a quelle in bioplastica.
Discorso analogo, se ricordate, veniva fatto qualche anno fa con gli shopper monouso.
Proviamo ad analizzare il "problema" per individuare i motivi che portano i cittadini ad avere una simile impressione.
Primo aspetto da considerare è la materia prima.
Una bioplastica biodegradabile e compostabile (di qualunque tipo) è un materiale che deve avere alcune caratteristiche particolari ma le più importanti sono che deve degradarsi in determinate condizioni ambientali (temperatura, umidità...) e soprattutto dopo la degradazione non deve produrre sostanze nocive all'ambiente.
Accanto a queste specifiche ve ne sono altre legate alla sua trasformazione deve cioè poter essere lavorata "facilmente" in modo da ottenere i manufatti che ci interessano.
Si deve trovare perciò un giusto compromesso tra tutte queste esigenze e la necessità di avere delle caratteristiche fisiche/meccaniche soddisfacenti..
Capite che solo una continua ricerca e un utilizzo sempre più massiccio di bioplastica (in modo da giustificarne le spese per gli investimenti) porteranno ad avere materiali più performanti.
Analizzato l'aspetto della materia prima esiste, come per le posate in plastica un discorso relativo al design del prodotto.
A seconda della conformazione e in sostanza del peso delle stoviglie avremo prodotti più o meno resistenti.
In linea di principio avere prodotti più leggeri significa avere minori sprechi di materia prima e di energia, diciamo però che a tutto c'è un limite.
Esistono sul mercato posate con le quali si riesce a mangiare qualcosa e posate con le quali si mangia normalmente, sta a noi scegliere quali acquistare in base alle nostre esigenze, certo che con il costo della materia prima attuale anche 1 grammo di differenza incide notevolmente sul prezzo finale.
Ripeto dobbiamo essere capaci noi utilizzatori di capire se abbiamo bisogno di una posata resistente (per esempio per mangiare una grigliata in una sagra) oppure no e di conseguenza acquistare un prodotto idoneo sapendo però che la "qualità" ha un suo prezzo.
Con la primavera ricomincia la stagione delle sagre e delle feste all'aperto.
La pandemia per fortuna sembra ormai alle spalle e tutti abbiamo voglia di riprenderci la nostra vita, uscire all'aria aperta e distrarci.
Con l'entrata in vigore anche in Italia della normativa sui SUP (Single Use Plastics) sono stati messi al bando una serie di prodotti che in passato erano molto utilizzati in questi eventi.
Da quest'anno non si potranno più utilizzare piatti e posate in plastica, come faremo allora a gustarci polenta e cinghiale?
Certo le sagre più organizzate dispongono di stoviglie in ceramica/metallo che vengono lavate sul posto con lavastoviglie per comunità. Non tutte le location però permettono una soluzione di questo tipo (indispensabile per esempio la presenza delle varie utenze necessarie).
Le alternative possibili concesse dal nostro legislatore sono le stoviglie prodotte con materiali compostabili (provenienti per almeno il 40% da fonte rinnovabile).
Posate ZaBio |
Da qualche settimana è iniziata la seconda ondata di quella che è senza dubbio la peggiore pandemia degli ultimi decenni. Anche se è ancora presto per trarre indicazioni definitive è indubbio che questa esperienza traumatica sta lasciando in eredità a tutti noi diversi insegnamenti.
Le nostre abitudini sono per forza cambiate e gesti che ci sembravano naturali come una stretta di mano od un abbraccio sono diventati un lusso che è rischioso concedersi. Nella vita di tutti i giorni abbiamo poi imparato a convivere con mascherine, gel igienizzanti e distanziamento sociale.
Nel corso della prima ondata di questa primavera abbiamo imparato ad apprezzare per esempio i negozietti di quartiere. La concorrenza dei grandi centri commerciali con le loro offerte e i loro orari di apertura li aveva quasi fatti scomparire completamente ma in tempo di lock down quanti di noi hanno apprezzato il lusso di avere un panettiere o un fruttivendolo sotto casa?
Non c'è che dire la pandemia ci ha costretti a rivedere certi comportamenti e idee che ci sembravano definitive.
In questo contesto si inserisce anche il ruolo dei prodotti e delle stoviglie monouso. Senza voler minimamente mettere in discussione la dannosità di un loro uso eccessivo vogliamo qui sottolineare il fatto che in determinate condizioni questi prodotti siano molto utili.
Oggi nessuno si sognerebbe, per esempio, di proporre l'utilizzo di guanti, mascherine, camici e anche stoviglie che non siano monouso nei reparti o nelle mense degli ospedali. La gestione delle stoviglie lavabili in particolare sta diventando problematica anche nelle mense scolastiche o aziendali.
Esiste un problema relativo alle materie prime utilizzate e al loro recupero ma questo è un discorso già affrontato, qui ci limitiamo a suggerire una breve considerazione: se la pandemia fosse avvenuta tra qualche anno quando la legge sul monouso fosse già entrata in vigore con la conseguente chiusura di tutte le aziende italiane del settore come ci saremmo comportati? Ci saremmo rivolti a "mamma" Cina come abbiamo fatto (con alterna fortuna..) per tamponare la carenza di mascherine??
Forse prima di distruggere un settore che senza dubbio presenta delle criticità si potrebbe pensare a risolvere tali problemi mantenendolo in vita sia per ragioni economiche sia perché in certi frangenti può risultare strategico!!