1 giugno 2016

Stoviglie usa e getta in plastica o biodegradabili?

Forchetta biodegradabile imbustata
Sono diverse le occasioni in cui non è possibile/economico prevedere stoviglie riutilizzabili in metallo e ceramica.
Pensiamo ad esempio a mense ospedaliere, scolastiche, aziendali in cui non si può prevedere un servizio di ritiro e lavaggio delle stoviglie oppure a feste e sagre molto frequenti soprattutto nel periodo estivo.
In tutti questi casi i gestori del servizio hanno una scelta chiave da fare:
privilegiare l'usa e getta tradizionale
affidarsi a stoviglie e posate biodegradabili.
Valutando il solo prezzo d'acquisto non c'è partita: la plastica è senza dubbio meno cara. 
Analizzando le cose con più attenzione, considerando cioè anche il costo "ambientale" della scelta, le cose cambiano.
La plastica è un materiale che deriva dal petrolio e ha una vita utile lunghissima. Da un certo punto di vista ciò è un bene in quanto teoricamente può essere riciclata infinite volte ma se non viene "smaltita" in maniera corretta rappresenta un grosso problema.
Abbandonata nell'ambiente o avviata alla discarica impiegherà secoli per decomporsi e alla fine di tale processo avremo sempre delle sostanze derivanti da idrocarburi (inquinanti).
Per ridurre il problema va detto che in alcune zone si è finalmente deciso di riciclare anche piatti e bicchieri con gli imballaggi plastici... aspettiamo ora il turno delle posate.
Stoviglie e posate biodegradabili hanno si un costo di acquisto maggiore ma arrivati a fine vita concorrono a produrre compost se avviati al processo di compostaggio oppure nel peggiore dei casi (discarica) in pochi mesi si decompongono rilasciando nell'ambiente sostanze naturali.
Questo discorso vale ovviamente solo per stoviglie e posate realizzate con materiale certificato biodegradabile e compostabile .
Qualche volta amministrazioni lungimiranti capiscono che è meglio spendere un po' di più adesso ma evitare di avere grandi problemi di inquinamento tra pochi anni e prevedono nelle proprie gare o appalti l'obbligo di utilizzare stoviglie bio.
La speranza è che scelte responsabili siano sempre più numerose e non solo dettate da imposizioni di legge.

13 maggio 2016

Le stoviglie biodegradabili per feste e sagre

Con l'arrivo della primavera si moltiplicano le feste e le sagre organizzate da amministrazioni, enti o associazioni.
Negli ultimi anni fortunatamente l'attenzione verso temi quali la riduzione degli sprechi e dell'impatto ambientale è cresciuta in maniera esponenziale. 
Tutte le amministrazioni comunali richiedono ormai agli organizzatori di prevedere la raccolta differenziata o l'utilizzo di stoviglie biodegradabili.
Abbiamo già analizzato lungamente la differenza tra stoviglie biodegradabili e compostabili, ci limitiamo qui a dire che secondo noi è indispensabile adottare prodotti realizzati in materiale certificato come biodegradabile e compostabile. 
Questi prodotti o possono essere smaltiti con la frazione umida dei rifiuti oppure, nel peggiore dei casi (discarica) si decompongono senza rilasciare nell'ambiente sostanze pericolose (plastica o altri derivati del petrolio).
Sul mercato ormai si trovano stoviglie a prezzi interessanti, sta poi al cittadino scegliere al meglio. 
Il consiglio che ci permettiamo di dare a chi si occupa degli acquisti è quello di diffidare da prezzi troppo bassi soprattutto se proposti da rivenditori: i materiali compostabili costano ancora molto di più rispetto ai tradizionali. 
Ove possibile sarebbero poi da preferire i prodotti made in Italy sia per un discorso puramente "patriottico" sia perché sono senza dubbio più sicuri.
Che altro dire...Buon divertimento e buon appetito!!!    

20 aprile 2016

ZaBio: una nuova linea di posate biodegradabili made in Italy







Riceviamo e pubblichiamo con piacere la notizia del lancio di una nuova linea di posate biodegradabili prodotte da un'azienda italiana.
Le stoviglie sono realizzate con una materia prima (Estabio) di cui abbiamo già parlato in passato.
Il compound della Fi-Plast è fatto in Italia, ha caratteristiche fisiche all'avanguardia nel settore ed è certificato come biodegradabile e compostabile.
L'azienda in questione (Sani-Plast) produce da decenni posate monouso e da qualche anno ha iniziato a produrre posate bio.
La nuova linea è stata pensata in modo da ridurre al minimo l'utilizzo di risorse.

Da parte nostra non possiamo che essere contenti: le posate biodegradabili stanno sempre più prendendo piede nel nostro paese e il fatto che aumenti l'offerta può portare sul medio/lungo termine ad una riduzione dei prezzi.
Se poi i prodotti vengono realizzati in Italia non possiamo che essere ancora più felici!


1 marzo 2016

Stampo per la produzione di posate biodegradabili: come è fatto, caratteristiche e prezzo

Parte di un piccolo stampo per posate biodegradabili

Abbiamo avuto modo in passato di analizzare lo stampaggio delle materie plastiche, lavorazione che viene generalmente usata per ottenere le posate biodegradabili.
In quella occasione abbiamo sottolineato il fatto che sulle presse ad iniezione possono venire montati diversi stampi ciascuno dei quali permette di ottenere uno o più particolari.
Ci concentreremo in questa occasione sulle caratteristiche e sull'importanza di queste attrezzature.
Prima di realizzare lo stampo vero e proprio esiste una fase di progettazione nella quale si definisce la forma degli oggetti che si andranno a produrre. Vengono presi in considerazione vari aspetti legati al design, alla resistenza meccanica voluta e ad alcuni accorgimenti indispensabili connessi alla tecnologia dello stampaggio (ad esempio angoli si sformo)
Nella produzione di stoviglie biodegradabili c'è poi da considerare anche un problema legato al peso e in particolare ai limiti da rispettare sugli spessori.
Stampante 3D
Questa esigenza in realtà è più o meno sempre presente in quanto ridurre al massimo l'utilizzo di materie prime è importante sia per una questione di costi che per aspetti legati alla salvaguardia dell'ambiente.
La tecnologia delle stampanti 3D diffusasi recentemente consente di ottenere una prima campionatura anche in fase di progettazione cosa che aiuta non poco in questo primo step della realizzazione di uno stampo .
Una volta definita la forma delle stoviglie che si vogliono ottenere il passo successivo consiste nel creare fisicamente lo stampo.

Centro di lavoro CNC
Le lavorazioni avvengono con macchine utensili a controllo numerico che attraverso un software dedicato sono in grado di utilizzare il disegno 3D realizzato dall'ufficio progettazione per produrre l'attrezzatura.
Viene predisposto anche un impianto di raffreddamento dello stampo creando appositi circuiti nei quali scorre un fluido freddo (acqua o olio) in modo da disperdere il calore del materiale caldo iniettato nella forma.
Altro componente importante è il sistema di estrazione. Come dice il nome stesso si tratta di un meccanismo che consente di estrarre i prodotti finiti dallo stampo e può essere realizzato con elementi meccanici (spine di estrazione che spingono il pezzo staccandolo dalla forma) e con elementi pneumatici (soffio d'aria).
Sistemi più complessi prevedono poi dei manipolatori montati sulla pressa che prelevano i pezzi direttamente dallo stampo e li depositano su un piano di lavoro.
Per garantire una resistenza e quindi una durata adeguata all'attrezzatura gli stampi vengono generalmente realizzati in acciaio bonificato o temprato.
Come è facilmente comprensibile il costo di uno stampo anche relativamente semplice è abbastanza elevato (l'ordine di grandezza è quello delle decine di migliaia di euro...) appare chiaro perciò come la fase più importante nella realizzazione di un'attrezzatura di questo tipo sia la cosiddetta fase zero quella cioè della valutazione economica dell'investimento.
Bisogna essere in grado di definire un volume di prodotti richiesti dal mercato aderente alla realtà in modo da decidere se sia il caso di procedere con le fasi successive o meno: uno stampo perfetto che permette di realizzare oggetti bellissimi ma che restano invenduti non serve a nulla se non a sprecare risorse economiche.





Si ringrazia per le informazioni e per l'immagine dello stampo l'ufficio tecnico della ditta Sani-Plast  


5 febbraio 2016

Inquinamento marino e materiali biodegradabili



Abbiamo letto recentemente un articolo in cui venivano riportare le conclusioni del rapporto "Biodegradable Plastics and Marine Litter. Misconceptions, Concerns and impacts on Marine Environments" prodotto dall'Unep, il programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.


La crescita di questa tartaruga è stato condizionata in modo
traumatico da un imballo in plastica 




Lo stato dei nostri mari purtroppo è noto a tutti; i rifiuti plastici in particolare fanno dei danni enormi in quanto vengono ingeriti dagli animali o ne condizionano lo sviluppo.










"Isola" galleggiante formata da rifiuti in plastica


Il fatto poi che la plastica sia una materia prima che impieghi decine o centinaia di anni per decomporsi peggiora la situazione. Vi sono delle vere e proprie isole di rifiuti che "navigano" negli oceani.







Si è pensato che l'introduzione di materiali biodegradabili potesse migliorare la situazione, naturalmente ciò non è avvenuto perché l'ambiente marino non presenta le condizioni necessarie affinché avvenga il processo di degradazione. In alcuni casi va detto che tali condizioni si ottengono soltanto all'interno degli impianti industriali di compostaggio.

Secondo noi la domanda importante però è:

vanno condannati i polimeri plastici oppure l'abitudine dell'uomo di considerare il pianeta come una proprietà privata in cui poter fare ciò che vuole?

La plastica può essere trasformata e lavorata in molteplici modi, ha permesso di realizzare oggetti un tempo impensabili e con costi ridotti, soprattutto però può essere riciclata praticamente all'infinito.
La soluzione del problema non sta tanto nel trovare nuove materie prime quanto nell'educare le persone a tenere comportamenti più responsabili.
I materiali biodegradabili compostabili rappresentano una risorsa importante come abbiamo molte volte detto ma anch'essi non possono risolvere un problema di tale portata.
Certo la loro introduzione massiccia (se associata ad un comportamento virtuoso dell'uomo) consentirebbe di ridurre notevolmente grandi problemi legati alla gestione dei rifiuti o ai gas serra.

31 gennaio 2016

La conferenza sul clima di Parigi, una spinta all'utilizzo delle posate biodegradabili?

Il 12 dicembre dello scorso anno si è conclusa a Parigi la conferenza mondiale sul clima che ha visto 195 paesi discutere sulle misure da mettere in atto per preservare il nostro pianeta dai cambiamenti climatici in atto negli ultimi decenni.
Le conclusioni dell'assemblea sono state definite da più parti come storiche soprattutto in virtù del fatto che tutti i partecipanti per la prima volta hanno trovato un accordo vincolante.
I principali punti del documento finale sono 4:
- mantenere l'aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi facendo di tutto per ridurne il limite a 1,5
- arrestare l'aumento dei gas serra e organizzarsi per arrivare nella seconda metà del secolo ad un livello di emissioni che possa essere assorbito naturalmente dal pianeta
- controllare i progressi ottenuti ogni 5 anni con conferenze analoghe
- versare un contributo economico ai paesi più poveri per aiutarli ad introdurre fonti energetiche più pulite
L'accordo rappresenta un compromesso giudicato "accettabile" da quasi tutti e media le posizioni dei paesi sviluppati e quelle dei paesi in via di sviluppo (Cina e India in primis) o produttori di combustibili fossili (carbone e petrolio).
Dal nostro punto di vista c'è da essere soddisfatti visto che ancora una volta si è messo in luce come sia importante limitare l'utilizzo di prodotti realizzati in plastica (materia prima derivata dal petrolio) e soprattutto prevederne uno smaltimento "virtuoso".
La plastica può essere facilmente riciclata purtroppo però ancora oggi viene troppo spesso smaltita negli inceneritori (si producono gas) o peggio ancora in discarica.
Il vantaggio dei prodotti biodegradabili e compostabili da questo punto di vista è notevole, speriamo che sulla scia della conferenza di Parigi si spinga sempre di più sull'introduzione di stoviglie bio e compostabili soprattutto nelle strutture pubbliche (mense di scuole, ospedali....)