3 dicembre 2011

Recupero e riciclo delle materie plastiche, considerazioni e andamento in Italia e nel resto del mondo


Abbiamo già avuto modo di analizzare alcuni aspetti legati al recupero e al riciclo delle materie plastiche sottolineando come, a nostro avviso, sarebbe opportuno allargare anche alle stoviglie e posate monouso in plastica la raccolta differenziata.

Recentemente una rivista del settore (Plast della Reed Businnes Information) ha pubblicato un interessante articolo in cui si analizza l'andamento del recupero e riciclo in Italia e nel resto del mondo.
I dati forniti tra gli altri da COREPLA (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) mettono in luce il trend positivo che ha portato dal 1995 al 2010 ad una riduzione della plastica destinata alla discarica.

Diamo prima di tutto qualche numero per far comprendere meglio le dimensioni del mercato delle materie plastiche.
In Europa Occidentale, solo nel 2010, si sono trasformate 49 milioni di tonnellate di materie prime che hanno generato 25 milioni di tonnellate di rifiuti post-consumo, si tratta cioè di prodotti che hanno esaurito la loro vita utile nel corso dell'anno.
Questi rifiuti possono essere recuperati oppure destinati alla discarica.
Con il termine recupero si intende sia il riciclo vero e proprio (dai rifiuti si ottengono materie prime riutilizzabili) che il recupero energetico (i rifiuti plastici vengono utilizzati per ottenere energia attraverso il processo di termovalorizzazione).
A livello europeo l'Italia è tra le nazioni più virtuose avendo un tasso complessivo di recupero del 45%  distribuito in maniera quasi equivalente tra riciclo e recupero energetico. I paesi che hanno un tasso complessivo più elevato hanno generalmente un tasso di recupero energetico molto alto in quanto dotati di numerosi impianti di termovalorizzazione destinati principalmente al teleriscaldamento. Nel nostro paese tali impianti non sono purtroppo molto utilizzati.
In Europa complessivamente si è assistito dal 1995 al 2010 ad un incremento della percentuale di plastica riciclata (da 8% a 21,6%)  ma anche di plastica recuperata mediante termovalorizzazione (da 15,3% a 30,4%).

Il settore degli imballaggi è senza dubbio il più importante per quanto riguarda il riciclo essendo non a caso quello interessato dalla raccolta differenziata.
Le tendenze degli ultimi anni sono quelle di ridurre il peso degli imballaggi, di utilizzare anche una percentuale di materie prime provenienti da processi di riciclo controllati e di utilizzare materiali biodegradabili.
L'Italia con l'Inghilterra e la Germania è all'avanguardia per quanto riguarda gli impianti per lo smistamento in automatico e ciò consente di incrementare notevolmente la percentuale di materiale recuperato.
Il recupero delle materie plastche ha un impatto economico elevato sia per il valore delle materie prime ottenute che per il numero di addetti occupati. Per quanto riguarda il discorso ambientale è inutile sottolineare i vantaggi che ne derivano e legati ad una riduzione del materiale destinato alla discarica e delle emissioni in ambiente di anidride carbonica.

In Italia le regioni del nord sono quelle in cui si recupera di più complessivamente (60% circa delle tonnellate raccolte in Italia) e in termini di kg raccolti pro-capite.
Questo dato spiega anche come nelle regioni settentrionali siano presenti 18 impianti di selezione (il 50% circa dei siti italiani).
La situazione attuale deve rappresentare uno stimolo per le regioni del sud: devono essere i cittadini stessi a pretendere di essere messi in condizione di effettuare una raccolta differenziata diffusa.
Vogliamo qui ricordare come alcuni comuni del sud rappresentino degli esempi di virtuosità a livello nazionale, speriamo che vengano al più presto imitati dalle altre amministarzioni locali.

A livello internazionale si sottolinea che in alcuni paesi il recupero delle materie plastiche non è ancora molto diffuso anche per interessi economici (per esempio in Russia) oppure lasciato, spesso, all'iniziativa dei singoli e senza controlli (situazione della Cina....) in modo da rappresentare un pericolo per l'ambiente e per la salute.

In conclusione ribadiamo la necessità, almeno secondo noi, di non limitare ai soli imballaggi la raccolta differenziata porta a porta e, naturalmente auspichiamo la diffusione di prodotti (posate e stoviglie prima di tutto) realizzati con nuovi materiali biodegradabili e compostabili.

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