26 agosto 2012

Ma il diesel è veramente cancerogeno?


Nelle ultime settimane sui maggiori quotidiani sono apparsi i risultati di una ricerca effettuata negli Stati Uniti dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc).
Lo studio mette in luce come per chi respiri per molti anni i gas di scarico di motori diesel la probabilità di contrarre un tumore ai polmoni sia circa il doppio rispetto alla media.
Le associazioni dei consumatori hanno subito gridato allo scandalo chiedendo misure tempestive e drastiche per ridurre la presenza di macchine a gasolio nelle nostre città.

Analizzando con più attenzione la relazione si evince però come la ricerca sia iniziata circa vent'anni fa e prendesse in considerazione i lavoratori delle miniere.
Le condizioni di lavoro prese in esame sono chiaramente estreme in quanto l'ambiente delle miniere è caratterizzato da scarsa ventilazione e dalla presenza esclusiva di mezzi pesanti e fortemente inquinanti.

Esami medici di questo tipo richiedono purtroppo tempi molto lunghi (decenni) e così i risultati ottenuti non sempre restano validi perchè nel frattempo si sono modificate le condizioni ambientali.
Va quindi considerato come negli ultimi anni la tecnica fortunatamente abbia fatto progressi sia per quanto riguarda i carburanti che per l'efficienza dei motori riuscendo a ridurne le emissioni nocive.

Un'analisi più attenta porta perciò a riconsiderare le cose: le nostre città non possono essere paragonate alle miniere e negli ultimi anni, almeno nei paesi più sviluppati, sono state introdotte norme più severe per ridurre le emissioni inquinanti.
Con questo non si vuole certo sottovalutare il problema ma non ci sembra che il modo serio per affrontarlo sia quello di creare facile allarmismo!!

Da parte nostra riteniamo indispensabile un esame aggiornato della situazione e un atteggiamento più serio da parte sia dei mezzi d'informazione che delle associazioni dei consumatori.
Certo poi il problema dello smog e del traffico nelle nostre città deve essere affrontato, speriamo che il potenziamento del trasporto pubblico, l'introduzione delle ZTL e altre misure simili contribuiscano a farci vincere questa importante sfida.

19 agosto 2012

Posate biodegradabili e nuove abitudini in periodo di crisi

La crisi economica che sta interessando il nostro paese e buona parte del mondo occidentale non sembra ancora essere giunta al termine.
I cittadini hanno dovuto cambiare alcune loro abitudini, cosa tra l'altro non sempre negativa.
Se da una parte infatti la crisi morde soprattutto le fasce più deboli aumentando il numero di persone che hanno difficoltà e alle quali non deve mancare il sostegno delle istituzioni, dall'altro ha portato molte volte a prestare più attenzione agli sprechi.
Secondo ricerche recenti i consumatori sono diventati più consapevoli e cercano di ridurre le proprie spese mantenendo però un buon livello qualitativo.


Per quanto riguarda i prodotti alimentari le nuove tendenze sono quelle di privilegiare, ove possibile, il rapporto diretto con i coltivatori; in questo modo si acquista a prezzi più bassi alimenti mediamente più freschi e sani.
In questa ottica stanno diffondendosi sempre più i gruppi di acquisto solidale (GAS). Si tratta di associazioni di consumatori che permettono ai propri associati di ottenere prezzi più bassi sia per i volumi trattati sia perchè si rivolgono direttamente ai produttori.
La cosa più importante è però la mentalità che si sta diffondendo soprattutto nelle nuove generazioni e che ci fa ridurre gli sprechi in ogni campo. Si pensi solo alla quantità di cibo che fino a poco tempo fa veniva gettata.

Dal punto di vista ambientale sta crescendo una sensibilità nuova verso prodotti che hanno minore impatto ambientale durante la loro vita (si considerano non solo la produzione e l'utilizzo ma anche il loro smaltimento).
Le posate biodegradabili e in generale le stoviglie bio rappresentano sicuramente un buon esempio di quello che intendiamo dire in quanto vengono prodotte partendo da materie prime rinnovabili e a fine vita non rappresentano una fonte di inquinamento in quanto possono essere smaltite con la frazione umida.

Un'altra novità "virtuosa" che si sta affermando nelle nostre città è quella del car sharing.
L'auto sta diventando un lusso e le persone che vivono in città dotate di mezzi pubblici (si spera sempre più efficienti) decidono di rinunciarci abbonandosi a questi servizi che consentono di avere a disposione una vettura quelle poche volte che serve.
Si tratta in pratica di un autonoleggio a costi contenuti e con depositi distribuiti nella città.



In conclusione la crisi economica ha senza dubbio effetti negativi soprattutto sulle fasce più deboli ma può essere anche uno stimolo per modificare le nostre abitudini migliorandole.
Se poi si venisse a creare anche un sentimento di condivisione non farebbe male alla nostra società estremamente individualista e chiusa agli altri.