17 settembre 2011

Posate e stoviglie biodegradabili: non solo bioplastiche

Fino ad ora parlando di posate e stoviglie biodegradabili ci siamo quasi sempre riferiti a manufatti realizzati in bioplastiche (Mater-Bi, PLA...).
Ci pare giusto segnalare come sul mercato siano presenti anche oggetti realizzati con materie prime diverse che hanno comunque la caratteristica di essere biodegradabili e compostabli.

Con il legno, per esempio, si sono da sempre realizzate stoviglie (piatti, vassoi, posate o le tipiche bacchette cinesi) che sono generalmente di buona qualità e che possono essere smaltite incenerendole o attraverso la loro decomposizione (relativamente lenta).

Altri materiali sono la polpa di canna da zucchero e la foglia di palma, impiegati nella realizzazione di piatti e vaschette.

Canna da zucchero



Nel primo caso si tratta di una polpa di cellulosa realizzata con le fibre residue della lavorazione della canna da zucchero. Il vantaggio rispetto alle bioplastiche è che le stoviglie ottenute hanno una maggior resistenza alle alte temperature, che le rende più versatili.







Palma di Betel



Le stoviglie in foglia di palma sono ottenute partendo dalle foglie di palma di Betel.
Le foglie che le piante perdono durante il loro ciclo naturale vengono lavate e pressate ad alta temperatura in modo da ottenere stoviglie resistenti che sopportano per breve periodo anche temperature elevate.







Come si può vedere esistono diverse opportunità per chi desidera seguire comportamenti virtuosi: sul mercato sono presenti manufatti aventi caratteristiche che si possono adeguare alle esigenze di ognuno (per esempio alimenti più o meno caldi...).
Quando i consumatori scelgono un prodotto devono anche considerare il rapporto qualità/prezzo, che può essere sensibilmente migliorato riducendo i passaggi esistenti tra noi e i produttori.
La creazione di gruppi di acquisto e la ricerca di produttori che vendano quantità relativamente modeste possono essere strumenti importanti a tal fine.

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