18 gennaio 2012

"Immondizia zero" il 22 gennaio puntata di Presa diretta dedicata al problema dei rifiuti

Segnaliamo la puntata di domenica 22 gennaio di "Presa diretta" su Raitre.
L'interessante programma di Riccardo Iacona si occuperà della gestione dei rifiuti analizzando la situazione di Roma e più in generale della regione Lazio.
La discarica di Malagrotta utilizzata attualmente sarà presto esaurita e si pensa di aprirne un'altra. Tra i siti presi in considerazione vi sono zone di elevato valore archeologico e ambientale.
Si sottolinea come nel Lazio la raccolta differenziata raggiunga valori molto bassi (24%) e vengono proposte soluzioni alternative a quella, onestamente anacronistica oltre che priva di senso, di gettare la spazzatura tal quale in discarica.
Invitiamo tutti alla visione del programma sicuri del buon lavoro della redazione e speriamo che le varie amministrazioni si muovano prima di trovarci con un'altra ed enorme emergenza rifiuti.


14 gennaio 2012

Il compostaggio a "Un posto al sole" aiuta nella lotta all'emergenza rifiuti

Alcuni lettori ci hanno segnalato come la fortunata soap di Raitre ambientata a Napoli si sia spesa a favore della raccolta differenziata e del compostaggio.
Nel palazzo in cui abitano i protagonisti pare infatti sia iniziato il compostaggio "domestico". Il portiere Raffaele Giordano (interpretato dal bravo attore Patrizio Rispo che si è già speso in iniziative di questo genere) aiutato da altri condomini ha spiegato come sia possibile ottenere del compost partendo dalla frazione umida dei rifiuti domestici e dagli sfalci del giardino.
Riteniamo che l'iniziativa sia molto positiva in quanto volta a sensibilizzare i cittadini verso buone pratiche ambientali e civiche.
Il fatto che le vicende siano ambientate a Napoli ne aumenta poi il valore simbolico. L'amministrazione comunale sta cercando di uscire da un'emergenza rifiuti che dura ormai da troppi anni e che, tra l'altro, è costata all'Italia diversi richiami della Comunità Europea.
Ci auguriamo che attraverso buone pratiche come la raccolta differenziata la città riesca a risolvere una situazione che i cittadini sicuramente non meritano e speriamo che venga data a quest'ultimi la possibilità di dimostrarlo.
Abbiamo notizie infine che l'introduzione di stoviglie e posate biodegradabili nella ristorazione collettiva (mense scolastiche, ospedali...) sia già stata presa in considerazione e in alcuni casi adottata. Per i motivi già visti anche questo è senza dubbio un passo importante che va nella giusta direzione.


L'attore Patrizio Rispo è Raffaele in "Un posto al sole"

11 gennaio 2012

Posate bio e il design italiano

L'Italia è da sempre famosa nel mondo per le sue eccellenze nel campo della moda e del design.
Anche nel settore dei casalinghi e degli articoli per la tavola i prodotti italiani sono riconosciuti e ricercati per la loro originalità e bellezza.
I materiali biodegradabili/compostabili non potevano che attrarre i maggiori progettisti per il loro valore ecologico e innovativo.
Numerosi sono gli oggetti già realizzati con le nuove bioplastiche e noi stessi abbiamo ricevuto richieste di informazioni da parte di diversi designer. Questa tendenza non può che renderci contenti in quanto è il sintomo di una coscienza ambientale sempre più diffusa.
I progettisti devono tener conto, pensando a nuovi oggetti di uso quotidiano, alla sostenibilità ambientale complessiva. Bisogna cioè privilegiare le materie prime che provengono da fonti rinnovabili in modo da ridurne l'impatto al termine della vita utile dei prodotti.
Lo studio di nuove applicazioni è importante per la ricerca sui materiali e consente un miglioramento continuo delle loro caratteristiche meccanico/fisiche.
Aumentando poi i campi di impiego dovrebbero diminuire i costi di produzione e di conseguenza il prezzo finale delle bioplastiche.
Ci auguriamo in conclusione che questa tendenza continui a crescere sempre più e che, come in altri settori, i prodotti italiani rappresentino un'eccellenza in tutto il mondo.

Riportiamo alcuni esempi di "originali" posate biodegradabili trovate in rete. A nostro avviso non tutte rappresentano una soluzione robusta e maneggevole ma, come detto, studi di questo tipo hanno una grande importanza per la crescita del mondo bio.


 

5 gennaio 2012

Ecopneus, il consorzio per lo smaltimento dei pneumatici usati



In ottemperanza al nuovo Decreto 82 i principali produttori di pneumatici hanno creato un soggetto senza fini di lucro che si occuperà della raccolta e del recupero degli Pneumatici Fuori Uso (PFU).
I costi di gestione di Ecopneus saranno sostenuti dai cittadini tramite un contributo al momento dell'acquisto dei nuovi pneumatici. Tale contributo sarà trasparente in quanto viene scorporato in fattura e quindi può essere facilmente controllato e tracciato in ogni suo passaggio.
Fino ad ora i gommisti o le officine di servizio dovevano pagare il soggetto che ritirava le proprie giacenze, con il nuovo sistema gli operatori usufriranno del servizio di ritiro gratuito degli PFU.
Lo scopo di tale operazione è quella di rendere il servizio più efficiente e di eliminare, o quanto meno limitare, il fenomeno dello smaltimento abusivo (discariche, incendi....)
Per dare un'idea del fenomeno si pensi che ogni anno in Italia arrivano a fine vita circa 380.000 t di pneumatici e di circa 100.000 t se ne perdono le tracce. Da questi numeri si può capire quanto sia grave il problema ambientale derivante e di quanto possa essere positiva l'azione del consorzio creato.
Ricordiamo che fino ad ora gli automobilisti, quando si recano a sostituire i pneumatici, non hanno strumenti di controllo e che gommisti o officine senza scrupoli possono scegliere di far smaltire i PFU a soggetti non autorizzati ma meno cari. Il nuovo sistema essendo gratuito per i professionisti li incentiverà a rivolgersi all'ente Ecopneus.
Noi cittadini dobbiamo capire che la cifra che pagheremo in fattura e destinata all'ente non è una tassa ma rappresenta la garanzia di avere un corretto smaltimento e quindi un ambiente più pulito.




1 gennaio 2012

Shopper biodegradabili: dopo un anno un primo bilancio e.. il decreto che manca!


Ad un anno dall'entrata in vigore della legge riguardante i sacchetti di plastica la società Ispo ha svolto un sondaggio per conto dell'Assobioplastiche per valutarne l'impatto sull'opinione pubblica.
Riportiamo in breve i risultati ottenuti: in generale vi è un elevato grado di conoscenza del divieto della loro commercializzazione (93%) e un atteggiamento positivo a tal riguardo (oltre il 90%).
Il 75% degli intervistati utilizza delle sporte mentre il 50% circa usa frequentemente i sacchetti biodegradabili.
Tra gli intervistati solo il 60% è a conoscenza, purtroppo, della presenza di shopper biodegradabili che non sono compostabili.
Il governo nel decreto mille-proroghe non ha introdotto la norma che tutti si aspettavano e che faceva finalmente chiarezza sulle materie prime utilizzabili. Ci aspettiamo che nel più breve tempo possibile si rimedi, in modo che i cittadini possano essere tranquilli e non si permetta più ai soliti furbi di aggirare leggi non troppo chiare.

L'eliminazione dei sacchetti in plastica è stato un passo molto importante dal punto di vista ambientale.
Per quanto concerne lo smaltimento della frazione umida, per esempio, l'associazione dei compostatori (CIC) sottolinea come essi rappresentino la principale fonte di contaminazione del compost e di costi aggiuntivi per la separazione e lo smaltimento.

Anche la Spagna recentemente ha seguito l'esempio dell'Italia vietando, progressivamente, la vendita di shopper non biodegradabili. Il divieto definitivo entrerà in vigore a partire dal 2018.

L'auspicio è che presto venga introdotta una norma a livello europeo e che venga eliminata la possibile confusione tra concetti molto diversi quali biodegradabile e compostabile.
L'obiettivo che dobbiamo prefissarci è quello di evitare l'invasione delle buste di plastica nell'ambiente in quanto rappresentano, solo per fare un esempio, un grande pericolo per i pesci e gli altri abitanti marini.

Ci aspettiamo poi dall'Unione Europea anche norme più stringenti riguardanti gli imballaggi (riduzione, utilizzo di materiali recuperati o biodegradabili) e altri prodotti usa e getta.
Nel settore delle stoviglie e posate monouso abbiamo già detto come le posate biodegradabili possano rappresentare una valida alternativa soprattutto nella ristorazione collettiva.