19 gennaio 2015

Il prezzo del petrolio, l'andamento del cambio euro/dollaro e il prezzo delle stoviglie biodegradabili


Alcuni lettori ci hanno chiesto se i recenti ribassi delle quotazioni del petrolio porteranno ad una diminuzione dei prezzi dei prodotti biodegradabili, purtroppo non è proprio così ma andiamo per ordine.

Prima di tutto una breve premessa: non siamo analisti economici ne ci spacciamo per tali, le nostre considerazioni derivano solo dall'osservazione della realtà e dal buon senso (almeno lo speriamo...)
Stiamo vivendo una crisi economica che probabilmente non ha precedenti nella storia, gli ultimi mesi sembrano però portare alcune novità: segnali di ripresa si sono registrati negli USA e una timida inversione di tendenza sembra palesarsi anche in Europa.

Per quanto riguarda il prezzo del petrolio dopo anni in cui si registravano di continuo massimi storici siamo tornati a livelli che non si vedevano da anni.
Un altro fattore da considerare è l'andamento del cambio euro/dollaro giunto anch'esso ai minimi storici e importante in quanto il dollaro è la moneta con cui si contrattano le materie prime nel mondo.
Non vogliamo qui addentrarci sulle ragioni "geopolitiche" che hanno portato a questa situazione ma soltanto vedere come ciò influirà sulle tasche di noi consumatori.

La prima considerazione è che un euro debole riduce gli effetti positivi della diminuzione del prezzo del petrolio anche se rende più competitive le nostre aziende (europee) rispetto a quelle extraeuropee.
Abbiamo già visto come le materie plastiche generalmente usate nella produzione di stoviglie siano ottenute partendo dal petrolio (polipropilene e polistirolo) per cui una riduzione del prezzo del greggio comporterà senza dubbio una riduzione del loro costo.
Va detto che in questi casi, come possiamo notare tutti facendo rifornimento nelle stazioni di servizio, gli aumenti di prezzo sono pressoché istantanei ma le riduzioni sono sensibilmente più lente.
Un altro aspetto da considerare per le stoviglie in plastica è il contributo per i consorzi di recupero: abbiamo visto come anche recentemente sia stato introdotto un nuovo aumento sostanzioso.
Il risultato complessivo però è che almeno nel medio periodo, se la situazione si manterrà tale, ci si potrà aspettare una riduzione del prezzo delle stoviglie in plastica

Passando a ciò che più ci interessa da vicino e cioè le stoviglie biodegradabili il discorso è purtroppo diverso.
I materiali biodegradabili per definizione non derivano dal petrolio e quindi non risentiranno della diminuzione del suo prezzo.
La beffa è che le materie prime acquistate nei paesi extraeuropei (principalmente gli USA) subiscono l'effetto negativo del cambio euro/dollaro e quindi se perdurasse una situazione di questo tipo non sarebbero da escludere nel medio termine anche degli aumenti!

I fattori che potrebbero portare ad un calo dei prezzi sono quelli già visti e trattati: aumento della domanda e concorrenza vera tra i produttori di materia prima.

La differenza in ogni caso può essere fatta solo dalle istituzioni che potrebbero introdurre norme che favoriscano il diffondersi delle stoviglie biodegradabili.

5 gennaio 2015

Perché aumenta il contributo CONAI per la plastica?

Dal 1 gennaio 2015 ci sarà un nuovo aumento del contributo ambientale plastica.
I non addetti si chiederanno cosa sia questo contributo e in che modo la notizia possa interessare i singoli cittadini.
Abbiamo già avuto modo di trattare l'argomento in passato occupandoci dei motivi per cui le stoviglie in plastica non venissero riciclate con gli altri imballaggi.
Dobbiamo ricordare che dal maggio 2012 piatti e bicchieri possono essere smaltiti con la raccolta differenziata e quindi si è fatto un passo avanti sulla strada del recupero di materie prime preziose.
Il contributo ambientale plastica è una tariffa che viene stabilita nell'accordo Anci-Conai e serve per coprire le spese per la raccolta e la selezione del materiale plastico.
I produttori di imballaggi plastici devono pagare una somma in base alle tonnellate di imballaggi venduti in Italia che va al consorzio Corepla.
Tale contributo va naturalmente ad aggiungersi al prezzo degli articoli messi in commercio ed è perciò a carico del cliente finale e quindi di noi cittadini.
Capite ora perché ci dovrebbe interessare se anche quest'anno ci sarà un aumento del contributo e in particolare da 140 a 188 euro a tonnellata?

Va detto che aumenti analoghi sono previsti anche per altri tipi di materie prime come ad esempio il vetro.
Ma come viene giustificato un aumento del genere?
Il consorzio ha un disavanzo di bilancio che deriva sostanzialmente da due motivi.
Il primo è legato al diffondesi della raccolta differenziata. Aumentano i comuni che hanno adottato questo sistema virtuoso e, soprattutto nei piccoli paesi aumentano le spese di raccolta.
Il secondo invece è legato alle operazione di selezione. Nei sacchi per la raccolta degli imballaggi in plastica purtroppo non sempre c'è quello che dovrebbe esserci: materiali non plastici oppure che non sono imballaggi e per i quali non è stato pagato il contributo dovuto.
Tutto ciò comporta un aumento delle spese di selezione e anche un peggioramento delle materie prime ottenute dopo le operazioni di riciclo.


operazioni di selezione della frazione imballaggi in plastica


Come cittadini ci sentiamo disposti ad accettare un aumento delle tariffe ove ciò derivi da un diffondersi più capillare della raccolta differenziata o da un cattivo comportamento (in ogni caso da correggere) dei nostri concittadini; non vorremmo però scoprire tra un po' che i buchi nel bilancio dei vari consorzi siano da attribuire a gestioni diciamo così allegre dei vari amministratori...