19 agosto 2012

Posate biodegradabili e nuove abitudini in periodo di crisi

La crisi economica che sta interessando il nostro paese e buona parte del mondo occidentale non sembra ancora essere giunta al termine.
I cittadini hanno dovuto cambiare alcune loro abitudini, cosa tra l'altro non sempre negativa.
Se da una parte infatti la crisi morde soprattutto le fasce più deboli aumentando il numero di persone che hanno difficoltà e alle quali non deve mancare il sostegno delle istituzioni, dall'altro ha portato molte volte a prestare più attenzione agli sprechi.
Secondo ricerche recenti i consumatori sono diventati più consapevoli e cercano di ridurre le proprie spese mantenendo però un buon livello qualitativo.


Per quanto riguarda i prodotti alimentari le nuove tendenze sono quelle di privilegiare, ove possibile, il rapporto diretto con i coltivatori; in questo modo si acquista a prezzi più bassi alimenti mediamente più freschi e sani.
In questa ottica stanno diffondendosi sempre più i gruppi di acquisto solidale (GAS). Si tratta di associazioni di consumatori che permettono ai propri associati di ottenere prezzi più bassi sia per i volumi trattati sia perchè si rivolgono direttamente ai produttori.
La cosa più importante è però la mentalità che si sta diffondendo soprattutto nelle nuove generazioni e che ci fa ridurre gli sprechi in ogni campo. Si pensi solo alla quantità di cibo che fino a poco tempo fa veniva gettata.

Dal punto di vista ambientale sta crescendo una sensibilità nuova verso prodotti che hanno minore impatto ambientale durante la loro vita (si considerano non solo la produzione e l'utilizzo ma anche il loro smaltimento).
Le posate biodegradabili e in generale le stoviglie bio rappresentano sicuramente un buon esempio di quello che intendiamo dire in quanto vengono prodotte partendo da materie prime rinnovabili e a fine vita non rappresentano una fonte di inquinamento in quanto possono essere smaltite con la frazione umida.

Un'altra novità "virtuosa" che si sta affermando nelle nostre città è quella del car sharing.
L'auto sta diventando un lusso e le persone che vivono in città dotate di mezzi pubblici (si spera sempre più efficienti) decidono di rinunciarci abbonandosi a questi servizi che consentono di avere a disposione una vettura quelle poche volte che serve.
Si tratta in pratica di un autonoleggio a costi contenuti e con depositi distribuiti nella città.



In conclusione la crisi economica ha senza dubbio effetti negativi soprattutto sulle fasce più deboli ma può essere anche uno stimolo per modificare le nostre abitudini migliorandole.
Se poi si venisse a creare anche un sentimento di condivisione non farebbe male alla nostra società estremamente individualista e chiusa agli altri. 
      

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