Guida completa alle Posate Biodegradabili: utilizzo, caratteristiche, confronto con quelle in plastica, dove e come acquistare, migliori prezzi e produttori.
17 marzo 2011
Si fa presto a dire biodegradabile, Mater-Bi e i suoi "fratelli"
In Italia quando si parla di materie plastiche per la produzione di posate biodegradabili si pensa quasi esclusivamente al Mater-Bi in quanto questo polimero è un prodotto italiano brevettato dalla Novamont.
Sul mercato in realtà esistono molti materiali che hanno caratteristiche e origini diverse; vale la pena farne una piccola analisi e classificazione.
Cominciamo a dare una definizione: i polimeri biodegradabili sono sostanzialmente materie plastiche che possono subire un processo di degradazione ad opera di micro-organismi presenti in natura (quali, ad esempio, batteri, alghe, funghi). La biodegradabilità di un materiale viene comunque regolata da norme specifiche a livello europeo.
Volendo fare solo una classificazione a livello macroscopico i polimeri biodegradabili possono essere così raggruppati:
- polisaccaridi: polimeri composti da farina o amido di mais, grano, o altri cereali (sono i più diffusi e tra di essi c'è il Mater-Bi); altri esempi sono la cellulosa e la gomma naturale
- PLA: polimeri sintetici a base di acido poli-lattico (ottenuto via fermentazione dall'amido di mais)
- poliesteri ottenuti da microorganismi
- altri prodotti sintetici biodegradabili
I vantaggi dei materiali biodegradabili sono molteplici, offrono innanzitutto una valida alternativa al riciclaggio e permettono di ridurre gli oneri di gestione e smaltimento dei rifiuti (vetro, plastica, alluminio e carta possono anzi devono essere riciclati ma ciò comporta un aumento dei costi ).
Dalla loro decomposizione si ottiene il compost ovvero concime usato in agricoltura e nel caso dovessero essere inceneriti non emetterebbero fumi tossici.
Abbiamo visto come sul mercato esistano diversi materiali biodegradabili, tutti presentano vantaggi ed è auspicabile che aumenti sempre più il loro utilizzo nel campo degli imballaggi o dell'usa e getta.
Noi consumatori possiamo influenzare tale processo stando attenti però che i soliti furbi non spaccino per bio anche ciò che bio non è.....
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Redazione
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