11 ottobre 2020

Il monouso ai tempi del coronavirus

Da qualche settimana è iniziata la seconda ondata di quella che è senza dubbio la peggiore pandemia degli ultimi decenni. Anche se è ancora presto per trarre indicazioni definitive è indubbio che questa esperienza traumatica sta lasciando in eredità a tutti noi diversi insegnamenti.

Le nostre abitudini sono per forza cambiate e gesti che ci sembravano naturali come una stretta di mano od un abbraccio sono diventati un lusso che è rischioso concedersi. Nella vita di tutti i giorni abbiamo poi imparato a convivere con mascherine, gel igienizzanti e distanziamento sociale.

Nel corso della prima ondata di questa primavera abbiamo imparato ad apprezzare per esempio i negozietti di quartiere. La concorrenza dei grandi centri commerciali con le loro offerte e i loro orari di apertura li aveva quasi fatti scomparire completamente ma in tempo di lock down quanti di noi hanno apprezzato il lusso di avere un panettiere o un fruttivendolo sotto casa?

Non c'è che dire la pandemia ci ha costretti a rivedere certi comportamenti e idee che ci sembravano definitive.

In questo contesto si inserisce anche il ruolo dei prodotti e delle stoviglie monouso. Senza voler minimamente mettere in discussione la dannosità di un loro uso eccessivo vogliamo qui sottolineare il fatto che in determinate condizioni questi prodotti siano molto utili.

Oggi nessuno si sognerebbe, per esempio, di proporre l'utilizzo di guanti, mascherine, camici e anche stoviglie che non siano monouso nei reparti o nelle mense degli ospedali. La gestione delle stoviglie lavabili in particolare sta diventando problematica anche nelle mense scolastiche o aziendali.

Esiste un problema relativo alle materie prime utilizzate e al loro recupero ma questo è un discorso già affrontato, qui ci limitiamo a suggerire una breve considerazione: se la pandemia fosse avvenuta tra qualche anno quando la legge sul monouso fosse già entrata in vigore con la conseguente chiusura di tutte le aziende italiane del settore come ci saremmo comportati? Ci saremmo rivolti a "mamma" Cina come abbiamo fatto (con alterna fortuna..) per tamponare la carenza di mascherine??

Forse prima di distruggere un settore che senza dubbio presenta delle criticità si potrebbe pensare a risolvere tali problemi mantenendolo in vita sia per ragioni economiche sia perché in certi frangenti può risultare strategico!!