11 aprile 2013

Prodotti "bio" contraffatti

La notizia è di questi giorni: la Guardia di Finanza ha sequestrato tonnellate di prodotti spacciati per biologici che in realtà contenevano OGM e pesticidi.
Si tratta di soia, mais e grano tenero provenienti da Ucraina e India che, sdoganati a Malta, erano destinati al mercato zootecnico e alimentare italiano.
Dopo i recenti scandali legati alla carne equina presente in prodotti pronti (lasagne, ravioli,...) tocca al settore degli alimenti biologici, suo malgrado, entrare nell'occhio del ciclone.
Senza dubbio il danno d'immagine sarà notevole per un mercato che punta decisamente sulla qualità e sulla genuinità.
Il fatto che i controlli abbiano smascherato i soliti "furbetti" ci deve però far pensare che le forze dell'ordine siano vigili e riescano a tutelare noi consumatori.
Da parte nostra possiamo cercare di prestare attenzione a ciò che compriamo leggendo attentamente le etichette che devono riportare informazioni dettagliate sugli ingredienti e sui produttori (etichetta europea).
Ci permettiamo inoltre di consigliare veri prodotti made in Italy, sia perché sono generalmente i più controllati sia per aiutare le nostre aziende in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo.

9 aprile 2013

Bottiglie in tasca per i jeans Levi's


Una buona notizia arriva da uno dei più importanti produttori di jeans al mondo.
La Levi's ha deciso di realizzare una linea dei suoi famosi denim (Waste<Less) utilizzando materiale proveniente dal riciclo delle bottiglie in PET.
Vengono utilizzate bottiglie marroni della birra, verdi del seltz, trasparenti dell'acqua e vassoi neri per alimenti. I contenitori, una volta selezionati, vengono ridotti a fiocchi e poi trasformati in fibra poliestere, questa viene miscelata alla fibra del cotone da cui si ottiene il tessuto.
Ogni paio di jeans contiene almeno il 20% di materiale riciclato equivalente a circa 8 bottiglie da 1/2 litro.

Ci sembra importante che anche marchi conosciuti in tutto il mondo comincino ad essere sensibili ai temi ecologici, ci auguriamo che ciò aiuti a diffondere sempre più concetti quali il riciclo e il risparmio delle materie prime.

A margine della notizia riportiamo anche un'iniziativa dell'associazione PlasticsEurope.
Viene ufficialmente richiesto alla Commissione Europea che nella nuova direttiva sulle discariche prevista per il 2014 sia introdotto il divieto di smaltire in discarica rifiuti in plastica.
Con questo si intende stimolare il riciclo e nel caso di oggetti non riciclabili almeno il recupero energetico (tramite la combustione controllata dato l'alto potere calorifico della plastica).

1 aprile 2013

Stoviglie monouso in plastica, impatto ambientale e capacità di riciclo




Un lettore ci ha segnalato un interessante studio effettuato dall'Università di Trento.
La ricerca confronta stoviglie (piatti e bicchieri) realizzati con diverse materie prime concentrandosi in particolare sul loro impatto ambientale e capacità di riciclo.
Senza entrare troppo nel dettaglio lo studio è basato sull'analisi del ciclo di vita ovvero il metodo oggettivo di valutazione dei carichi energetici e ambientali potenziali associati a un prodotto nel suo intero ciclo di vita.
In un'analisi di questo tipo assume chiaramente una grande importanza lo smaltimento dell'oggetto dopo il suo utilizzo.

Ci sembra importante sottolineare le ipotesi alla base dello studio.

Si sono considerati:
- piatti in porcellana (utilizzo previsto 1000 pasti) smaltiti in discarica
- piatti monouso in plastica (PS o PP): 50% smaltimento al termovalorizzatore, 50% riciclo meccanico
- piatti monouso in polpa di cellulosa: 50% termovalorizzatore, 50% compostaggio
- piatti monouso in PLA: 50% termovalorizzatore, 50% compostaggio

Risulta fondamentale l'impatto della norma europea che da circa un anno consente finalmente lo smaltimento di piatti e bicchieri in plastica con la raccolta differenziata.

Dal punto di vista ambientale la ricerca vede in un ipotetico podio sul gradino più alto i piatti in porcellana seguiti a sorpresa da quelli in plastica, terzi i piatti in cellulosa e ultimi quelli in PLA.

Senza voler contestare la validità della ricerca osserviamo che la stessa è stata commissionata dall'associazione dei produttori di stoviglie monouso in plastica (PRO.MO) e che le ipotesi scelte sono senz'altro favorevoli alle stoviglie in plastica.
Si è ipotizzato infatti che tutte le stoviglie in plastica vengano "riciclate" correttamente mentre per quelle compostabili non si è andati oltre ad una percentuale del 50% inviate al compostaggio.
Possiamo augurarci che presto in tutto il paese la situazione del recupero delle stoviglie sia quella ipotizzata ma permetteteci di dire che al momento, purtroppo, non ci sembra ancora troppo realistica.